Il Partito Socialista sulla sanatoria edilizia
A questo punto occorre tornare alla realtà, riportando con i piedi per terra i marziani e i demagoghi dell’ultima ora che, nell’esprimere legittimamente il loro disaccordo rispetto alla nostra proposta, hanno utilizzato argomentazioni da “bar dello sport”.
E’ quindi indispensabile partire da alcuni interessanti riferimenti alle normative in materia urbanistica attualmente in vigore.
L’art. 179 (Termine di prescrizione delle violazioni) della Legge n. 87 del 1995 “Testo Unico delle Leggi urbanistiche ed edilizie” recita testualmente: “Le violazioni relative ad opere soggette a concessione si prescrivono col decorso del termine di venti anni dalla loro realizzazione. Le violazioni relative ad opere soggette ad autorizzazione si prescrivono col decorso del termine di dieci anni dalla loro realizzazione”.
Tale articolo è stato successivamente implementato dall’art. 21 del decreto-legge n. 75 del 26 ottobre 2010 che recita testualmente: “L’avvenuta prescrizione produce, unitamente al pagamento del contributo di concessione calcolato in relazione alle opere abusive, i medesimi effetti della concessione o autorizzazione in sanatoria di cui all’articolo 176, comma 8°”.
In sostanza tali disposizioni normative prevedono già una sanatoria ex lege col decorso del termine di venti anni a fronte del semplice pagamento del contributo di concessione.
La nostra proposta di sanatoria edilizia parte da presupposti completamente diversi.
In primo luogo riteniamo che la sanatoria debba essere obbligatoriamente accompagnata dalla riforma del “Testo Unico delle Leggi urbanistiche ed edilizie” per definire un sistema di regole più efficiente dato che quello attuale ha mostrato evidenti carenze, portando all’odierna situazione caratterizzata da oltre 600 abusi denunciati e da un numero imprecisato di abusi non accertati.
In secondo luogo attraverso la sanatoria intendiamo colpire direttamente chi ha violato le regole, facendo pagare una sanzione adeguata che potrebbe essere pari a 3/4 volte il valore del contributo di concessione calcolato in relazione alle opere abusive.
In questo modo si potrebbero recuperare risorse per evitare l’introduzione dell’imposta straordinaria sugli immobili.
Pertanto sorgono spontanei alcuni interrogativi.
E’ un disperato tentativo di far cassa, è un’idea sconcertante, è uno schiaffo in faccia ai cittadini onesti, la nostra proposta di far pagare chi non ha rispettato le leggi oppure la patrimoniale che colpisce indistintamente tutti i cittadini?.
E’ forse meglio lasciare le cose come stanno, rimanendo in attesa che il decorso del termine ventennale sani il tutto con un beneficio minimo per lo Stato?.
Noi abbiamo le idee molto chiare su come rispondere a queste domande. Probabilmente altri un po’ meno. Il sospetto è che proprio coloro che, con una buona dose di demagogia affermano ferma contrarietà rispetto alla sanatoria edilizia, vogliano far si che gli abusi si sanino senza colpo ferire, con un danno ingente in termini finanziari per il nostro Stato.
Noi rispettiamo le opinioni differenti, ma è del tutto inaccettabile essere catalogati come protettori di interessi particolari quando la nostra proposta di sanatoria edilizia – come peraltro ampiamente dimostrato sul piano politico e tecnico – si pone l’obiettivo di far effettivamente pagare chi ha sbagliato, prima di voltare definitivamente pagina mediante la predisposizione di una nuova normativa in materia urbanistica ed edilizia che impedisca il ripetersi di situazioni analoghe.
Comunicato stampa