Patrizia Busignani scrive una lettera aperta ai sammarinesi
“Volete Voi che la Repubblica di San Marino chieda di far parte dell’Unione Europea?”. A questa domanda i Sammarinesi avrebbero potuto/dovuto rispondere.
E invece non sarà così, perché il Governo ha attivato la procedura di interruzione del referendum, prevista e disciplinata dalla legge, esclusivamente nel caso in cui il quesito referendario venga recepito nella sostanza.
Ma così non è stato!
Il Governo ha giocato sulle parole, prendendo in giro i cittadini e le istituzioni.
Infatti il Governo non ha mai avuto l’intenzione di avanzare richiesta di adesione all’Unione Europea, come proposto dal referendum, né ha mostrato di volersi impegnare seriamente in questa direzione.
Lo ha confermato il Segretario Antonella Mularoni ad una manifestazione pubblica organizzata dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri nei giorni scorsi. Rispondendo ad una precisa domanda, Ella ha dichiarato infatti che : “ …il Governo al momento non intende presentare a Bruxelles la domanda formale di ingresso all’Unione Europea.”
Non solo, Ella ha affermato – e ciò è davvero molto grave sul piano democratico - che il Governo ha proceduto con l’interruzione del referendum perché i Sammarinesi non sarebbero sufficientemente informati sull’argomento.
I Promotori del referendum che non si celebrerà invitano tutti i cittadini, che andranno a votare domenica prossima, a ricordare che il Governo e nessun altro porta la responsabilità di aver Loro sottratto il legittimo diritto/dovere di decidere se la Repubblica dovesse scegliere, a testa alta, la strada maestra di richiedere l’adesione all’Unione Europea, avendone tutti i requisiti in base al Trattato dell’Unione.
Ed ancora, i Promotori chiedono a tutti i Sammarinesi che andranno a votare di riflettere sul fatto che nessun Governo e nessun Segretario di Stato ha, fra i compiti Loro attribuiti dalla Legge, quello di stabilire se i cittadini sono o non sono sufficientemente informati e consapevoli per decidere come rispondere ad un quesito dichiarato ammissibile e , in virtù di tale presunzione di giudizio, consentire o impedire un referendum.
La partecipazione al voto, domenica prossima, sia, dunque, dimostrazione che i Sammarinesi vogliono esprimere la propria opinione e intendono difendere il referendum, strumento di democrazia diretta, che può considerarsi, a tutti gli effetti, una evoluzione moderna dell’antico Arengo dei Capifamiglia, cui era demandata l’adozione delle decisioni importanti per il futuro della Repubblica. Decisioni saggiamente assunte con il concorso di responsabilità di tutti i Sammarinesi.
Quanto ai Promotori del referendum, che domenica prossima non si terrà, rimane l’impegno di continuare con altre iniziative a sollecitare il rispetto del quesito referendario e, dunque, la decisione di richiedere formalmente l’adesione, attivando la procedura prevista dal Trattato dell’Unione che prevede ampi margini di negoziazione, come anche il Rapporto, curato dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e distribuito a tutte le famiglie, mette bene in evidenza.