E’ una pausa di tensione quella della politica, attraversata da irrequietezze incrociate. Da un lato le apprensioni in seno alla maggioranza, che giovedì scorso ha avuto un chiarimento interno divenuto assolutamente necessario viste le esternazioni del segretario dei democratici che ha lamentato comportamenti inopportuni e richiamato gli alleati a più consono modo di agire. Rassicurazioni elargite da PSS e DC che ribadiscono l’impegno del governo straordinario e fissano una lunga agenda delle cose da fare fin da settembre, nel solco del programma prestabilito. Morganti incassa e abbozza ma aspetta la ripresa per essere più convinto. Del resto in casa propria ha spifferi che soffiano piuttosto forte e dei quali non può fare a meno di tenere conto. Non meno tesa la situazione nella sede dei socialisti dove il percorso indicato per il processo di unificazione continua a registrare distinguo e distinzioni. Aria poco vacanziera anche in casa democristiana dove certi conti restano aperti, in particolare fra la dirigenza nuova e parte di quella vecchia. A mettere a prova l’aplomb di Lonfernini arriva anche Romeo Morri, che parla di un disegno della sinistra per spaccare la DC del quale il giovane segretario non si sarebbe accorto. Piccata la replica del leader democristiano che definisce il presidente dei popolari un marito tradito – di quelli – scrive – che lasciano la moglie ma poi si rendono conto di amarla alla follia e non si fanno una ragione per averla persa. Le preoccupazioni di Morri per il futuro della Dc suonano a Lonfernini come un modo di agire incoerente di chi ha scelto di abbandonarla per fondare un nuovo partito: si preoccupi – sbotta – del futuro del suo movimento e delle cose serie. Per lunedì le forze di opposizione hanno annunciato rivelazioni interessanti alla stampa che potrebbero tornare a far salire il tono dello scontro politico. Tutto, insomma, lascia pensare che la pausa ferragostana sia solo fittizia, una piccola insenatura nella quale la politica trova solo momentaneo riparo.
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