Pd si divide su nome Marini per il Quirinale: 222 sì, 90 no. Grillo lancia Rodotà
Al via le votazioni per il nuovo Presidente della Repubblica italiano da parte dei 1007 cosiddetti “grandi elettori” composti dai rappresentanti delle Camere riunite e dai delegati regionali: il candidato espresso dal Pd, ossia Franco Marini, è alla prova del quorum nella prima votazione. Il nome di Marini proposto dal leader Pd Bersani dopo l'intesa col Pdl di Berlusoni, ha però provocato grandi divisioni all'interno dei democratici: gli alleati di Sinistra ecologia e libertà hanno già detto no, e che voteranno il candidato proposto invece dal Movimento 5 stelle, Stefano Rodotà. Marini invece incassa il sì di Lega e Scelta Civica. Per il vicecapogruppo Pdl al Senato, Simona Vicari, “Il Pd ha vinto le elezioni con margine dello 0,3%, la scelta di Marini è dettata dal buon senso". Secondo Nichi Vendola invece, “questa candidatura è un errore soggettivo di Bersani, che ha pensato possibile separare la questione del Quirinale da quella del governo, col risultato di spaccare il Pd”. Ha parlato anche Massimo D'Alema, per il quale questo è il risultato di un confronto sofferto: “Un partito serio – ha aggiunto – non può che comportarsi con coerenza. Sono persuaso che Marini – ha proseguito – potrà essere un buon Presidente della Repubblica, anzitutto per la sua storia e la sua formazione di sindacalista e uomo politico, da sempre vicino alla gente semplice e al mondo del lavoro. Oggi abbiamo bisogno di una personalità in grado di riavvicinare i cittadini alle istituzioni”.
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