Il Pdcs interviene sulla bozza di legge sul risparmio energetico e le energie alternative
Alla DC quella bozza di legge sul risparmio energetico e le energie alternative, presentata dalle Segreterie di Stato all’Industria e al Territorio, non piace ed ha suggerito alcune integrazioni e modifiche all’articolato, registrando con soddisfazione la condivisione da parte delle forze politiche e l’auspicio espresso dal PSD per un accoglimento delle osservazioni. 5 i punti i questione: la carenza del piano energetico nazionale di soluzioni per l’approvvigionamento energetico da fonte non rinnovabile e l’assenza di una valutazione sull’adesione o meno al Protocollo di Kyoto. Per la DC non è opportuno estendere agli edifici privati l’obbligo di installare impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile. Vincolo da riservare agli immobili pubblici e ad uso della Pubblica Amministrazione. Da favorire invece gli incentivi per chi voglia farne uso. Poi le complicanze burocratiche, troppi 4 nuovi organismi per l’applicazione delle procedure. Uno – dichiara la Democrazia Cristiana – basta e dovrà essere il più possibile autonomo e con spiccata capacità propositiva e di controllo. Un errore anche prevedere tante certificazioni e attestati. Meglio snellire. Fondamentale per la DC il ruolo dell’Azienda dei Servizi, che dalle recenti dichiarazioni sembrerebbe destinato ad essere marginale. E infine la critica sulle cooperative energetiche. Non sono condivisibili – si legge - né i limiti di produzione individuati nei i differenti incentivi. Ancor più incomprensibile – aggiunge il PDCS – la facilità con le quali tali società otterrebbero la licenza. Indispensabile, per la DC, l’accoglimento delle proposte avanzate sulla scorta dei 5 punti indicati.
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