La democrazia cristiana ricorda Clara Boscaglia, una delle figura politiche più influenti di San Marino. Morì il 22 luglio del 1990. Statista, politica, intellettuale, insegnante ma soprattutto sammarinese. A guidare ogni scelta era, come lei stessa diceva: “Quella mia insana pazzia che è l’amore per questo Paese“. Difficile, in politica, ottenere il rispetto di tutti. Clara Boscaglia c’era riuscita. Aveva la stima degli avversari e dei suoi concittadini. Il suo pensiero a vent’anni dalla scomparsa è di assoluta attualità. Il segretario del Partito democratico cristiano, di cui Clara ha sempre fatto parte, ha ripercorso l’esperienza politica e umana di questa donna che ha dato tutto per il proprio Paese, guidata da un senso dello Stato e da una coerenza formidabili. E’ stata eletta, in Consiglio Grande e Generale nel 1974, un anno dopo la concessione dell’elettorato passivo alle donne. Entra in Aula con un consenso vastissimo e vi resterà, sempre riconfermata, fino alla morte. E’ stata la prima donna ad entrare nel governo, la prima segretario di partito, la prima capogruppo. Ha scritto: “per gli ideali dell’utopia vale la pena di battersi e di soffrire. Per i piccoli giochetti, le false promesse, i facili clientelismi, gli illusionismi da saltimbanco, per le conquiste parolaie, i silenzi complici, i conformismi pagati, le ambizioni da quattro soldi, per la superficialità improvvisata, i carismi da strapazzo, le furbizie meschine, le stupide rivalse, l’anima e l’identità di questo Paese possono anche morire di asfissia, perché la libertà tramonta”. Se ne è andata il 22 luglio 1990. Aveva 59 anni.
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