Solo nove giorni fa la Dc chiedeva soluzioni condivise e anticipava alternative al debito estero. I timori – all'indomani del comunicato di Bcsm – è che si stia andando proprio in questa direzione. Oggi ha quindi presentato la sua proposta, che si basa sulla situazione patrimoniale di Carisp, comprende i dati Delta, a partire da bilanci approvati e certificati. In seguito – spiega Giancarlo Venturini - verrà integrata con i risultati dell'Aqr e sarà oggetto di confronto con le altre forze politiche e sociali. Si lavora su due aspetti: emergenza e prospettiva. Primo obiettivo: la liquidità per il sistema. Banca Centrale si farà promotrice per gestire la crisi? “E' mesi che lanciamo l'allarme – commenta Alessandro Cardelli. “E' un problema di fiducia nel sistema. E' da lì che dipende il rientro dei capitali sammarinesi”. “Se c'è la capacità di Governo e maggioranza di mettersi davvero seduti ad un tavolo di confronto per trovare una soluzione condivisa con tutto il paese, comprese le banche stesse – aggiunge Marco Gatti - allora la fiducia verrà da sola”. La dc vuole chiarezza, da qui la battaglia per una Commissione d'inchiesta. Torna sulle mancate dimissioni di Romito, rivendica un membro di opposizione nel Cda di Carisp, punta il dito sul mancato avvio della centrale rischi. Venturini sventola una circolare di Bankitalia datata maggio 2016: la centrale rischi – dice – poteva essere operativa già a dicembre dello scorso anno addirittura firmando il memorandum. Perché Banca Centrale – chiede – non è andata avanti?“Noi oggi abbiamo una Banca Centrale che parla di internazionalizzare il sistema eppure non ha un accordo con nessuno. Come farà?”, chiede Gatti. Massima attenzione al passaggio di Asset in Carisp. “Se non si calcolano i costi dell'operazione si rischia di aggiungere problemi a problemi”. Capitolo bilanci, la dc ricostruisce le azioni del vecchio cda, “ha ridotto oneri amministrativi passando da 9 a 7 milioni in tre anni, ha tagliato il costo del personale risparmiando circa due milioni”. Passa in rassegna i crediti Delta, il loro piano di gestione. “Non sono crediti che valgono zero” - dice. Dal 2009 ad oggi su un'esposizione di 2 miliardi e 300 è stato incassato un miliardo e 100. Del residuo, un 50% è stato già messo a perdita nei bilanci passati. Per la gestione degli Npl il pdcs propone un veicolo di sistema: dovrà essere istituito per legge, con almeno il 51% dello Stato, emettere classi di titoli verso la banca da cui acquista gli npl per pari valore. Non dovranno essere garantiti dallo Stato e rimborsati in ragione del recupero. “Abbiamo visto come Carisp, se cedesse tutti i crediti Delta ad un veicolo di gestione degli npl, tornerebbe subito a fare utili. È una soluzione che vale per tutte le altre banche. Che sia tutta pubblica o anche privata è il problema minore – aggiunge Gatti – l'importante è farla subito”.
Nel video l'intervista a Marco Gatti
MF
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy