Pdl di Rete per riconoscere la Palestina: gli animi si scaldano. Beccari: “Una legge non è il giusto strumento"
La seduta del Consiglio si chiude anticipatamente. Si tornerà in Aula lunedì 26 agosto per l'esame dei decreti
Dibattito appassionato, in Consiglio, sul progetto di legge, presentato da Rete, per il riconoscimento dello Stato di Palestina: un testo, in prima lettura, con l'obiettivo di stabilire relazioni diplomatiche con i “legittimi rappresentanti” del popolo palestinese. Per il movimento, approvandolo, San Marino lancerebbe un “potente messaggio”. Rete parla di diritto all'autodeterminazione “negato da oltre 70 anni”. E con riferimento alla situazione a Gaza rimarca: “non vogliamo essere complici”.
Ma in Aula il segretario agli Esteri, Luca Beccari, frena. “Il riconoscimento di uno Stato – sottolinea – non avviene tramite un progetto di legge”. Anche Beccari ricorda l'impegno del Titano per supportare il popolo palestinese: dall'ordine del giorno approvato nei mesi scorsi fino al voto favorevole per la Palestina membro Onu a pieno titolo. Un percorso di cui si parla anche nel programma di Governo. Invita, però, ad agire in modo ragionato, considerando le questioni complesse aperte, ad esempio sui confini e sulla capitale.
Tra le forze di maggioranza sensibilità diverse. Ma il messaggio di fondo è di tenere conto del diritto internazionale e scegliere la formula corretta, magari tramite nuovi confronti parlamentari. C'è poi chi, pur comprendendo la grande complessità della questione, invita a riflettere sulle vicende del 7 ottobre e sulla condizione degli ostaggi israeliani. Tra i consiglieri di opposizione, Nicola Renzi, capogruppo di Rf, già segretario agli Esteri, esorta alla prudenza ma a non far cadere la proposta nel vuoto.
Rete però non ci sta e, in Aula, elenca uno ad uno tutti i Paesi che la riconoscono. “Noi invece – rimarca - nascondiamo la polvere sotto al tappeto. Assumetevi la responsabilità delle vostre idee”. Si alzano i toni. Va giù duro Matteo Zeppa che si dice profondamente deluso dalle forze politiche e dal segretario agli Esteri. “Nessuna censura”, replica Beccari che torna a bocciare la scelta di un testo normativo per risolvere la questione e si dice aperto al confronto, ma non nel modo proposto dal movimento.
Alla fine si arriva a tre ordini del giorno firmati, rispettivamente, da maggioranza, Rete e Rf. In quello delle forze di Governo si parla di accreditare la rappresentanza diplomatica palestinese e non è escluso, come emerge da ambienti politici, che possa esserci condivisione con partiti di opposizione. Esaurito il comma, la seduta si chiude anticipatamente: l'appuntamento di venerdì 2 agosto non ci sarà e si tornerà in Aula lunedì 26 agosto per l'esame dei decreti.
In mattinata il Consiglio si è però occupato anche di un altro tema centrale: la variazione al Bilancio dello Stato.
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