Per i consiglieri tamponi volontari a proprie spese. Renzi, "non escludo focolaio in Consiglio". Ciavatta, "no a corsie preferenziali"
Tre Consiglieri di RF positivi al Covid e pare si stiano manifestando- scrive il partito - nuovi casi fra i parlamentari. "Gravissima ed ostinata la decisione di non prendere drastiche misure"
No tamponi per tutti i consiglieri: chi vorrà farlo dovrà recarsi in strutture convenzionate con l'Iss a spese proprie. Le disposizioni definitive inviate questa mattina confermano la posizione della maggioranza dei membri dell'Ufficio di Presidenza convocato ieri sera per verificare le condizioni di massima sicurezza dell'aula.
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I lavori del parlamento si apriranno martedì e la politica si è confrontata alla luce della positività di alcuni consiglieri. Diverse però le posizioni, soprattutto in merito alla richiesta, da parte di consiglieri di minoranza, di prevedere per tutti il tampone per individuare asintomatici e abbassare così il rischio di contagio. Una soluzione definita di buon senso, ma non condivisa da tutti, alla luce dei presidi sanitari messi in campo e di una disposizione distanziata delle postazioni in Aula. Tanto più che c'è chi ha ricordato che attraverso Decreto è stato sospeso il tampone volontario presso l'Iss. Dunque il Consiglio si riunirà in un' Aula già nella scorsa sessione adeguata nel rispetto delle distanze e i consiglieri potranno, su base volontaria, decidere se sottoporsi a screening in strutture private pagando di tasca propria.
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Soluzione che non piace a RF, con Nicola Renzi che commenta, allarmato: “ad oggi non credo affatto si possa parlare di tampone preventivo. Viste le casistiche emerse dopo l'ultimo Consiglio, non è affatto da escludersi che ci si trovi di fronte ad un focolaio esploso proprio in Aula”. Poi si rivolge al Segretario alla Sanità: “ha l'obbligo davanti a tutti i cittadini di chiarire qual è lo stato dei tracciamenti in Repubblica”. “I protocolli si applicano sui contatti stretti" – gli ricorda Roberto Ciavatta, che rimarca come l'Aula sia stata riadattata anche nelle postazioni, distanziate più di un metro. “Se i consiglieri che si sono ammalati – aggiunge - si sono trasmessi il virus in Aula forse è perché durante lo scorso Consiglio tanti non tenevano la mascherina correttamente”, ricordando di aver scritto ben due missive per spiegare "ancora una volta" le modalità per relazionarsi con gli altri. “Giocare su queste cose è spiacevole – conclude - ma da Renzi non mi aspetto nulla di migliore. La verità dal mio punto dei vista è che ci sono alcuni consiglieri che ritengono di aver diritto a corsie preferenziali”.
Un botta e risposta che continua, con Repubblica Futura che ricorda di aver dato comunicazione da alcuni giorni che tre dei suoi consiglieri sono risultati positivi al Covid e "ulteriori notizie - scrive - paiono confermare che tra i consiglieri si stiano manifestando nuovi casi di positività". Definisce quindi gravissima ed ostinata la scelta dei Segretari Tonnini e Ciavatta di non prendere drastiche misure. "Se in una azienda – chiede RF - venissero trovati positivi 8 operatori su 60, come si agirebbe? Non si farebbero tracciamenti e test diagnostici a tutti i dipendenti che siano stati a contatto con gli infetti? Non scatterebbero quarantene preventive?"
In merito poi a quanto scritto da Ciavatta sul fatto che un aumento di qualche decina di tamponi giornalieri creerebbe gravi difficoltà all’ISS, “se questa è la situazione – continua RF - che senso hanno le continue rassicurazioni dei nostri Governanti che tutto è sotto controllo?" Il partito punta poi il dito su un sistema di tracciamenti che pare in grande affanno, chiedendo a chi ha responsabilità politiche ed organizzative di rendere conto a quei cittadini che, essendo entrati in contatto con il Covid, non hanno risposte dalla struttura sanitaria e non vengono presi in carico.