I perdenti delle elezioni sono i cittadini residenti all’estero
hanno incentrato le preferenze con uno spirito di rinnovamento. Fortunatamente a questo vecchio personaggio non toccherà nessuna poltrona e tutto passerà in secondo ordine. La lista degli eletti del partito dei social comunisti, PSD, non sembra impensierire più di tanto la supremazia che avrà nel governo la DC. In Alleanza Popolare forse non rientrerà Tito Masi, uno dei più preparati del Partito. Se fosse, ne perderebbe il parlamento. Per quanto riguarda l’opposizione sono entrati sette o otto gendarmi a fare la guardia al governo. Meglio di uno solo come mi ero proposto di fare. Purtroppo a mio avviso, manca un coordinatore dei nuovi gruppi e dei partiti tradizionali. Sarebbe andato molto bene a ricoprire quell’incarico Emilio Della Balda, per la sua esperienza accumulata negli anni passati. Ma gli elettori gli hanno negato l’ingresso. Chi ha perso più di tutti però, sono i cittadini residenti all’estero, che non sono rappresentati in Consiglio. Peccato. Gli era stata aperta una porta ma ad entrare sono stati
molto pochi. C’è chi dice che alle Comunità gli è stato detto di rimanere al proprio posto. Non so è vero, se fosse sarebbe molto grave. Quelli che sono venuti a votare hanno indirizzato il voto a favore della DC e dei social comunisti, ma nel loro programma
elettorale, non è previsto nessun sostegno ai residenti all’estero, quando invece io ho presentato una riforma istituzionale rivoluzionaria a loro favore. Purtroppo però i cittadini residenti all’estero sono venuti a votare solo il 17% e in meno delle elezioni precedenti. L’unica riforma a loro favore che è stata presentata alle elezioni è stata da loro disertata.
Ora non possono più piangere se si sentono cittadini di serie B e se sono considerati solo per un serbatoio di voti per alcuni partiti. Se venivano a sostenere la mia proposta potevano diventare cittadini di serie A-, e avrebbero anche ribaltato il risultato elettorale. Forse è per questo che non sono venuti? Non possono più dire di essere apolitici perché non sarebbero più credibili. In definitiva devono fare il mea culpa.
Comunicato Stampa Piergiovanni Volpinari