Piccoli Stati d'Europa uniti per l'integrazione avanzata e contro i populismi
I Piccoli Stati d'Europa esprimono preoccupazione sulla gestione dei flussi migratori, ribadiscono fiducia nel processo democratico a livello internazionale, difendono le rispettive sovranità e valorizzano le differenze. E' il senso della dichiarazione finale approvata nel pomeriggio dai rappresentanti dei nove parlamenti che torneranno ad incontrarsi in Liechtestein a settembre 2018.
Anche se piccoli, uniti, si può contare di piu'. E' la filosofia di fondo della dichiarazione finale adottata dai nove piccoli stati europei nella conferenza tenutasi a San Marino. Un documento articolato in 19 punti, suddivisi in tre macro-tematiche: la situazione geopolitica e le crisi umanitarie; il ruolo dei piccoli stati in Europa e nel Mediterraneo; la cooperazione sul fronte turistico e culturale, da cui potrebbero scaturire anche eventi congiunti.
Grande attenzione sul fenomeno dei flussi migratori in relazione ai quali i piccoli stati esprimono preoccupazione per la mancanza di una vera cabina di regia europea con conseguente crescita dei nazionalismi e dei populismi. I piccoli stati si propongono come modello di integrazione avanzata anche per contrastare l'insorgere di fenomeni di radicalizzazione dei migranti e non solo dei migranti. Tema affrontato a fondo oggi durante le sessioni di lavoro proprio mentre a Londra andava in scena l'attacco a Westminster.
I Piccoli Stati pensano che le donne dovrebbero incidere di piu' nei processi decisionali e dovrebbe essere considerato un crimine contro l'umanità la distruzione del patrimonio culturale e storico.
Tutte proposte e indicazioni che arriveranno anche sui tavoli europei che contano visto che Malta sta presiedendo l'Unione e il Lussemburgo con Juncker presiede la Commissione Ue.