Politica italiana. Dopo lo scandalo sulle intercettazioni è la Lega a lanciare la sveglia al governo

Politica italiana. Dopo lo scandalo sulle intercettazioni è la Lega a lanciare la sveglia al governo.
Mentre continua il braccio di ferro tra Silvio Berlusconi ed i magistrati di Napoli che indagano sul giro di prostituzione legato ai faccendieri Lavitola e Tarantini, dal Monviso Umberto Bossi suona la sveglia al governo: secondo il senatur potrebbe non durare fino al 2013. Il presidente del Consiglio non intende farsi sentire se non accompagnato dai suoi avvocati dai Pm di Napoli, che hanno in mano 100mila intercettazioni telefoniche scottanti, la cui pubblicazione sarebbe stata scongiurata solo da un intervento in extremis del Quirinale. Ma i Pm partenopei tengono il punto: Berlusconi vogliono sentirlo come persona informata e non come imputato di reato connesso.
E dunque vogliono parlargli da solo. Mentre infuria lo scontro sulle intercettazioni, con la maggioranza che punta ad una accelerazione alla Camera dell’esame della legge che ne impedisca la pubblicazione e il centrosinistra e l’Anm che si oppongono a quella che Bersani chiama “una nuova legge ad personam”, sul governo, già provato dalla gestione della crisi e dalle inchieste sul premier, cade una tegola lanciata da Bossi. Il leader del Carroccio prova a riconquistare la base del Nord rilanciando sul secessionismo. “Che l'Italia va a picco l' hanno capito tutti, perciò bisogna preparare qualcosa di alternativo: la Padania”, dice il senatur, scatenando un putiferio di polemiche a sinistra ma anche nel Pdl, ormai sempre più insofferente rispetto alle uscite del leader leghista, oggi contestato da un gruppo di sindaci sulla manovra economica. E tenendo il punto sulle pensioni, Bossi lancia la sua ricetta per salvare l’Italia: i contratti territoriali.

da Roma Francesco Bongarrà

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