Politica italiana. Il governo Monti sempre alle prese con la riforma del mercato del lavoro
Perché, a parte le liberalizzazioni su cui incombono a Palazzo Madama migliaia di emendamenti, una valanga che il presidente del Senato prova in qualche modo ad arginare con un pugno duro sull’ammissibilità delle richieste di modifica, per Monti il nodo vero per rilanciare l’Italia è la riforma del mercato del lavoro.
Su questo al presidente del Consiglio arriva la sponda di Napolitano, che però invita a “concepire anche la riforma del mercato del lavoro in funzione di un accrescimento della produttività che, purtroppo, in Italia è stata stagnante da molti anni». Ed auspicando «un accordo valido tra governo e parti sociali», il presidente della Repubblica chiede che “ogni sforzo vada fatto per il lavoro dei giovani”.
E mentre il Pd fa i conti con le divisioni che, come qualche mese fa a Milano, sono costate al suo candidato le primarie del centrosinistra per il sindaco di Genova, dove si dimettono i vertici del partito, Casini presenta una proposta di riforma dei partiti, legando i finanziamento pubblico alla trasparenza dei bilanci. E Fini lancia un “nuovo cantiere politico” per una formazione politica che governi l’Italia dopo Monti.
Da Roma Francesco Bongarrà