Mentre i tassisti scendono in piazza ed occupano le strade vicino palazzo Chigi prima di essere incontrati in delegazione dal governo, Mario Monti lima il provvedimento sulle liberalizzazioni. Il testo, che non sarebbe stato esaminato nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio ed i leader di Pdl, Pd e Udc, sarà quasi sicuramente varato venerdì. La Lega contesta duramente il provvedimento, schierandosi con tassisti e farmacisti. Il Carroccio, segnato all’interno dalle divisioni tutt’altro che sopite tra Bossi e Maroni, accusa il governo di attaccare “solo chi ha sempre pagato le tasse”, e presenta a Montecitorio una mozione di sfiducia individuale su Corrado Passera, il ministro dello Sviluppo che i leghisti accusano di “inerzia totale”. Ma Monti, forte della “piena fiducia” della Francia, tira dritto; chiede alla Germania un aiuto sui tassi di interesse, ed alle Regioni promette attenzione per il Sud. Poche le contestazioni mosse dai partiti alle misure, che non si conoscono ancora nel dettaglio.
Bersani si rifiuta di commentare le bozze che circolano sulla stampa:
“dopo il Consiglio dei Ministri diremo la nostra con lealtà verso il governo, ma anche trasparenza sulle nostre idee”, promette il segretario del Pd. E resta difficilissima la situazione della Giustizia italiana, con ben nove milioni di processi arretrati. Il ministro Severino, che non ha obiezioni verso un’eventuale amnistia, esprime in Parlamento “forte preoccupazione”, per la lentezza della Giustizia che, sostiene, “determina costi elevatissimi” e limita la competitività del Paese.
Da Roma Francesco Bongarrà
Bersani si rifiuta di commentare le bozze che circolano sulla stampa:
“dopo il Consiglio dei Ministri diremo la nostra con lealtà verso il governo, ma anche trasparenza sulle nostre idee”, promette il segretario del Pd. E resta difficilissima la situazione della Giustizia italiana, con ben nove milioni di processi arretrati. Il ministro Severino, che non ha obiezioni verso un’eventuale amnistia, esprime in Parlamento “forte preoccupazione”, per la lentezza della Giustizia che, sostiene, “determina costi elevatissimi” e limita la competitività del Paese.
Da Roma Francesco Bongarrà
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