Politica italiana. Il monito di Monti da Seul agita i partiti
Mentre i “colonnelli” di Pd e Pdl si accusano a vicenda di volere le elezioni anticipate, Alfano, Bersani e Casini si chiudono per quasi due ore in una stanza a Montecitorio. Ufficialmente si parla di riforma della Costituzione e legge elettorale, su cui il tempo è ormai quasi scaduto. Niente voto ad ottobre, una “stupidaggine” per Bersani, che sottolinea l’utilità del vertice di oggi.
Ed invece, la riforma della Costituzione e quella della legge di voto andranno in parallelo. I leader sono d’accordo sulla riduzione del numero dei parlamentari, sul rafforzamento dell'esecutivo e dei poteri del premier in Parlamento oltre che sul superamento del bicameralismo perfetto. Quanto alla legge elettorale, salterà l'obbligo di coalizione, ma resteranno l'indicazione del candidato premier, la soglia di sbarramento e il diritto di tribuna. Ufficialmente, di riforma del mercato del lavoro al vertice non si sarebbe parlato. Ma le differenze restano comunque. Mentre l’Ocse elogia l’Italia, per il segretario del Pd quella dell'art. 18 “è una riforma da correggere”, in linea con la leader della Cgil che auspica modifiche in Parlamento al testo Fornero. Un testo che, invece, per Casini e Alfano non va assolutamente toccato, mentre Lega e Italia dei Valori annunciano battaglia.
Da Roma Francesco Bongarrà