Politica italiana. Le spese pazze dei partiti al centro del dibattito

Politica italiana. Le spese pazze dei partiti al centro del dibattito.
La politica cerca di porre riparo agli scandali determinati dalle spese pazze degli eletti nelle Istituzioni. Mentre Rutelli restituisce allo Stato, nel giorno della scarcerazione dell’ex tesoriere Lusi, cinque milioni di euro di finanziamento pubblico, alla Regione Lazio arriva il via libera per i tagli dei fondi dei gruppi consiliari fino ad ora gestiti “allegramente” soprattutto dal Pdl. E sui soldi pubblici è giro di vite anche alla Camera: i bilanci dei gruppi di Montecitorio dovranno essere trasparenti in base a un nuovo regolamento in arrivo. Al Senato, intanto, è “sprint” sulla legge elettorale. Su proposta di Schifani, la riforma reclamata dal Quirinale sarà esaminata in commissione dalla prossima settimana, per approdare nell’Aula di Palazzo Madama entro il 10 ottobre. Il Pdl tira dritto sulle preferenze, e se l’Idv parla di “campo impantanato”, il Pd, con Anna Finocchiaro, è cauto: “No a un testo monstre”, dice la capogruppo che attende una parola chiara dal partito di Berlusconi. E in una nuova giornata difficile per i mercati, mentre cresce il pressing di partiti, sindacati e Confindustria sulla Fiat nel timore di un disimpegno dall’Italia della casa automobilistica, il presidente Napolitano difende quel Fiscal Compact che il Cavaliere aveva duramente criticato. Il Capo dello Stato chiede di continuare "sulla strada della severità”, accompagnando “l'austerità con misure per la crescita", senza violare "gli impegni presi in Europa". E Bersani è alle prese con il “sudoku” delle primarie. Il nodo da sciogliere è quello delle regole per la scelta del candidato premier del centrosinistra, mentre Di Pietro si conferma all’opposizione e si candida per “un cambiamento utile del Paese”.

Da Roma Francesco Bongarrà

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