Politica italiana: strada in salita per il decreto sviluppo

Politica italiana: strada in salita per il decreto sviluppo.
Strada tutta in salita per il decreto Sviluppo, per il quale mancano i fondi. “E’ in corso una riflessione. I soldi non ci sono e dobbiamo inventarci qualcosa”, spiega Berlusconi, che oggi è stato tutto il pomeriggio alla Camera a votare mantenendo l’impegno assunto dopo il voto di fiducia della scorsa settimana per spingere i deputati di maggioranza ad essere presenti così da evitare imboscate dell’opposizione. Il premier, che attacca i giudici dopo il suo proscioglimento al processo Mediatrade, comunque prende tempo: «Il decreto arriverà, non c'è nessuna fretta”, ammonisce convocando per stasera sera un vertice che andrà avanti fino a notte fonda. Ma per le imprese “il tempo è ormai scaduto”. In una lettera che sembra scritta più dall’opposizione che dalle categorie produttive, gli industriali ricordano al premier che nessuna risposta è arrivata alle loro proposte, che servono “urgenti riforme strutturali” e che “ogni ritardo costa tantissimo”. Obiezioni pienamente condivise dall’opposizione, che rinnova l’invito al governo a dimettersi. E Berlusconi, che ripete il suo no alla patrimoniale, lavora alla successione di Draghi a Bankitalia. Il presidente del Consiglio sonderebbe l’ex membro del Board della Bce Bini Smaghi, ma Bossi
frena: "Dopo tanti romani mettiamo un milanese", tuona rilanciando la candidatura di Grilli che è cara a Tremonti. E per Maroni, secondo cui sabato a Roma i black block volevano “il morto come a Genova”, è in arrivo “un autunno caldo”. Il ministro dell’Interno annuncia un giro di vite per i violenti nei cortei, mentre Bossi getta benzina sul fuoco: “Da mesi il Pd e Di Pietro evocano il morto”, dice il senatur.

Da Roma Francesco Bongarrà

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