Polo del Lusso: gli investitori illustrano i punti salienti del progetto
C'erano esponenti delle istituzioni, della politica, del mondo economico e finanziario, Capitani di Castello ma anche semplici cittadini, alla serata di incontro con la delegazione che rappresenta i promotori del “Luxury Departement Store San Marino”, meglio noto come il Polo del Lusso. Una presentazione a tutto tondo, che ha consentito di rimarcare dati già noti, come la mole degli investimenti, oltre 60 milioni di euro; la previsione occupazionale, con circa 350 posti di lavoro; le ricadute sul tessuto economico locale. “Il progetto – hanno spiegato i rappresentanti del gruppo imprenditoriale, che vede la partecipazione del Borletti Group e della Società Dea – riguarda un outlet innovativo, con brand di successo e di grande prestigio”. Geograficamente San Marino rappresenterebbe un luogo ideale, anche se non mancano altre località che già si sono dette disponibili ad ospitare la nuova struttura. Si collocherebbe a sud del Village di Castelguelfo, sull'asse della via Emilia; a circa 200 chilometri dal centro dello shopping di Barberino del Mugello e 250 dal Fashion Village di Fidenza. Località che contano rispettivamente 4 mila, 10 mila e 26 mila abitanti, rivitalizzate dalle cosiddette “cittadelle della moda”. La struttura sammarinese potrebbe essere operativa nella primavera 2017, su un'area iniziale di circa 15 mila metri quadrati, che potrà ospitare fino a 85 negozi e 2 mila posti auto, di cui una parte coperti. Prevista anche un'area food, di circa 800 metri quadri, che dovrà valorizzare le eccellenze gastronomiche del territorio. I promotori non hanno dubbi: strutture analoghe hanno la capacità di generare importanti flussi turistici, vengono inseriti nei programmi di viaggio internazionali dei tour operator, rappresentano un importante veicolo di promozione del territorio, delle sue attività e iniziative. Sul piano strettamente finanziario, si prevede un fatturato complessivo fra i 150 e i 200 milioni di euro all'anno, con ricadute importanti in termini fiscali, fra monofase e imposte dirette. Calcolato anche l'indotto, la ricaduta cioè sulle attività esistenti sul territorio, che si aggirerebbe tra i 20 e i 30 milioni di euro all'anno.
sb
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