Polo del lusso: l'opposizione spiega la convenzione a Domagnano
Una convenzione che non piace: nell'impianto generale; nel modello di economia sotteso; negli aspetti specifici. In testa, quelli legati ai benefici fiscali, nonché quelli relativi alla variante di PRG per la zona di Rovereta. Roberto Ciavatta di Rete inquadra l'esito di una serata partecipata. “Polo del Lusso, un salto nel buio” e dall'analisi del testo della convenzione viene una certezza per Ciavatta: “Si finge che gli investitori investano – dice – in realtà, per quanto ci metteranno, per quanto rientreranno”.
Un piano di investimenti che non dà sicurezza, un impegno dello Stato troppo forte. Insiste su questo anche l'indipendente Luca Lazzari, che parte da una analisi a monte: “E' il modello economico che San Marino continua a proporre che non convince più. Dopo una lunga lista di progetti su larga scala che promettevano e che invece sono falliti, con un danno per le stesse finanze pubbliche, nonché in termini occupazionali”. Auspica un nuovo modello di sviluppo, “basato su una economia diffusa, con piccole attività da posizionare in nuovi segmenti, della specializzazione, dell'innovazione”. “Una platea incredula – dice Augusto Gasperoni – nel conoscere i dettagli della convenzione, soprattutto per gli aspetti legati agli incentivi fiscali. Lo Stato si espone per decine di milioni di euro per un ritorno che, al massimo, porterà 200 posti di lavoro” – prosegue – definendola “una delle convenzioni peggiori mai prodotte”.
“Il nostro obiettivo è dare spiegazioni alla gente, cosa che il governo non ha fatto” – dice Federico Pedini Amati di Liberamente San Marino - che oltre ad evidenziare la mancanza di garanzie, si sofferma ancora sulle misure fiscali: “Concessioni – dice - che non sono state mai accordate a nessuno, neppure ad aziende sammarinesi”.
AS