"Precariare stanca": lettera di una precaria della scuola
Da anni, anche decenni, siamo penalizzati, per noi “la crisi” è di lungo periodo. Il lavoro stabile è un diritto, da garantire ancor più nei momenti di difficoltà economica. La pubblica amministrazione ha bisogno di noi, svolgiamo mansioni, anche volontarie, senza le quali i servizi essenziali perderebbero in qualità ed in capacità di soddisfazione dei bisogni dell’utenza. Siamo mobilitati per ottenere il riconoscimento dei nostri diritti economici, sociali e normativi, certi che l’espansione dei diritti e delle opportunità nel settore pubblico sia un vantaggio per tutti i lavoratori, poiché la forbice va chiusa verso l’alto. Auspichiamo che la popolazione comprenda la fondatezza della nostra richiesta e faccia pressione assieme a noi per ottenere una p.a., una scuola ed una sanità migliore sia per i lavoratori che per i cittadini. In particolare i lavoratori del settore scuola sono fermamente convinti che il miglior investimento possibile per la scuola sammarinese sia una soluzione all’annoso problema del precariato. Nessun risparmio scaturisce dal nostro “congelamento”, solo il permanere di una situazione di disagio per noi lavoratori e di disservizio per alunni e famiglie. La funzione docente è complessa e la serietà del progetto educativo dipende da più fattori, non da ultimo la stabilità del personale. Il precariato degli insegnanti è pluriennale e diffuso: senza risolvere la questione del precariato nella scuola, difficilmente si potrà dare una risposta positiva agli alunni, in particolare a quelli con maggiori difficoltà. Per questo faremo scioperi e manifestazioni nelle giornate del 23 e del 30 novembre e manifesteremo. Nel settore scuola gli insegnanti precari si asterranno inoltre da ogni mansione facoltativa, incluse le uscite di studio.
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