Presidente BCSM: le Finanze hanno rispettato la riservatezza
Le candidature ricevute sono state 47 di cui 39 formalmente valide. Erano di nazionalità diverse: Italia, Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito, India, Angola, Canada, Austria, San Marino, Egitto, con alcuni casi di doppia cittadinanza. Tutte, puntualizza Capicchioni, sono state protocollate secondo la procedura ACTA della Pa. Poi è stata avviata una fase istruttoria in cui la Segretaria per le finanze ha esaminato i fascicoli di ciascun candidato in base ai requisiti del bando e con particolare attenzione ai curricula più marcatamente internazionali. La prima rosa è stata di 16 candidati. A questi è stato richiesto un supplemento di informazioni: da come eventualmente intendesse dedicarsi all’incarico, anche in considerazione della propria residenza abituale, in quali tempi sarebbe stato possibile assumere effettivamente l’incarico, e le eventuali integrazioni alla propria lettera motivazionale. I primi di dicembre il Congresso di Stato ha ristretto la rosa a 7 candidati ascoltati, in videoconferenza. Le domande precostituite toccavano i vari aspetti del sistema bancario sammarinese e gli ambiti di evoluzione possibili. Quindi è nata la short list: a 3 candidati è stata comunicata l'esclusione. 4 hanno saputo di essere ancora in gara e che la scelta finale sarebbe stata fatta dopo la Commissione Finanze prevista per il 16 gennaio. Tutte le comunicazioni sono state scritte e passate attraverso un indirizzo e-mail dedicato, puntualizza la Segreteria per le finanze. Quindi oltre a tutto l’iter di selezione anche tutti i contatti con i candidati sono tracciati. Capicchioni evidenzia che è stata garantita ai candidati la riservatezza rispetto alla loro partecipazione alla selezione, indicando la fase finale come momento di allargamento della platea dei conoscitori dei candidati. La Segreteria di Stato per le Finanze, conclude la nota, ha fatto una comunicazione alla stampa solo all’inizio dell’iter di selezione - novembre 2015 - adottando, come si addice a queste situazioni, una linea di riservatezza istituzionale. Insomma la gola profonda che ha violato l'impegno alla riservatezza diffondendo i nomi della short list, non sta a Palazzo Begni.
Sonia Tura
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