Il presidente Napolitano torna a parlare di legge elettorale, perché non vuole che si torni al voto col “porcellum”
Il Quirinale teme, spiega Gianfranco Fini dopo un colloquio con il presidente della Repubblica, che "la perdurante incertezza sulla legge elettorale indebolisca la credibilità internazionale dell'Italia ed alimenti la sfiducia dei cittadini verso la politica ed i partiti”.
Da qui il bisogno di una riforma condivisa; dopodiché si andrà in Aula dove i consensi si conteranno sul campo. I partiti restano fermi sulle rispettive posizioni, con il Pdl che però apre a quelle preferenze che piacciono a Casini ma non stanno per nulla bene a Bersani che d’altra parte prova a rilanciare un partito dilaniato dallo scontro generazionale alimentato da Renzi, il quale rivendica di volere “un’altra Italia” rispetto a quella rappresentata dall’attuale classe dirigente del partito.
E, mentre Di Pietro cerca di portare dalla sua parte Grillo, forte dei sondaggi positivi su una loro alleanza, Berlusconi continua a tenere il Pdl con il fiato sospeso. Con un’assenza tattica, il Cavaliere dà forfait alla festa dei giovani del partito dove avrebbe comunicato se correrà o no di nuovo per Palazzo Chigi: prima di sbilanciarsi attende di capire verso che legge elettorale si andrà e, soprattutto, come andranno le primarie del centrosinistra.
Da Roma Francesco Bongarrà