Qualcuno l’ha chiamata rivoluzione. Qualcun altro un reale rinnovamento. Certo è che il Consiglio Centrale della Dc ha detto no alle logiche di mediazione interna scegliendo un Presidente diverso da quello indicato dai vertici del partito e mandando in direzione, con il doppio dei voti, volti e nomi assolutamente nuovi rispetto ai big. La politica non commenta una vicenda ovviamente interna al partito principale del Patto ma è facile presumere che gli alleati di maggioranza avranno visto con favore una scelta che riconferma e sostiene la linea portata all’ultimo congresso da Pasquale Valentini. Domani il segretario Marco Gatti incontrerà i neo eletto per gli auguri di Natale. Sarà l’occasione per un primo confronto a bocce ferme dopo i commenti, anche pepati, della notte scorsa. L’assise della Dc aveva detto, con chiarezza, che non avrebbe più tollerato voti ballerini in Consiglio. Ed è facile presumere che quanto è accaduto durante la nomina del Presidente di Banca Centrale non sia stato troppo gradito dalla base democristiana, soprattutto quando lo stesso segretario alle Finanze aveva addebitato al suo partito i voti mancanti.
Sonia Tura
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