Il primo discorso della Reggenza
Con sentimenti di particolare gratitudine per l'alto messaggio augurale appena pronunciato e per la felice occasione del suo primo adempimento istituzionale in Repubblica, la Reggenza rivolge un caloroso saluto al Nunzio Apostolico recentemente accreditato a San Marino, Monsignor Adriano Bernardini, Decano del Corpo Diplomatico presso l'antica Repubblica, che nell'Alto Plenipotenziario vede autorevolmente rappresentate le profonde radici cristiane e il legame che la unisce alla Santa Sede e al Santo Padre.
La Reggenza non può tacere, all'esordio di questa cerimonia così significativa per le istituzioni e per il popolo sammarinese, quella memorabile giornata, il 19 giugno 2011, che ha visto il Pontefice varcare i confini dell'antica Repubblica per rendere omaggio alle istituzioni, alla Chiesa e alla popolazione sammarinesi, che l'hanno accolto con sentimenti di deferenza, gratitudine e grande attenzione alla Sua testimonianza, di cui ancor oggi è viva la memoria e forte la responsabilità per il recepimento dei contenuti dei discorsi profondi e densi di significato pronunciati in quella occasione.
Con lo stesso spirito di disponibilità e di accoglienza porgiamo dunque il benvenuto al nuovo Decano che, in virtù della sua ricca e proficua esperienza maturata all'estero per lunghi decenni al servizio della Santa Sede ha, in prima persona, realizzato quel concetto di “missione” che è proprio dell'attività diplomatica, da espletarsi nell'esclusivo interesse delle proprio Stato e delle Autorità che si rappresentano.
Una missione che Voi tutti, Illustri Rappresentanti del Corpo Diplomatico e Consolare, con abnegazione e spirito di servizio, siete chiamati a svolgere con l'obiettivo di favorire la collaborazione fra Stati e fra popoli, uniti dalla stessa appartenenza ad una comunità internazionale sempre più interdipendente e globalizzata.
La Reggenza, al riguardo, nel porgerVi un particolare saluto, sottolineando il recente accredito in Repubblica di numerosi Rappresentanti Diplomatici di Paesi con i quali intratteniamo solide e proficue relazioni bilaterali, riconosce negli strumenti della diplomazia il miglior viatico per approdare a soluzioni multilaterali di continuità e progresso, da realizzare nel rispetto dei diritti umani e nel comune impegno alla soluzione dei principali problemi dell'attualità internazionale. Più specificatamente sente il dovere di rinnovare a tutti Voi sentimenti di sincera gratitudine per l'attenzione e l'impegno costante che profondete per il progressivo potenziamento delle relazioni bilaterali.
È per la Repubblica un alto onore, oltre che una particolare soddisfazione, accogliere in questo primo appuntamento istituzionale dell'odierna giornata il Segretario Generale del Consiglio d'Europa, Thorbjørn Jagland, in qualità di Oratore Ufficiale della Cerimonia di Insediamento dei nuovi Capitani Reggenti.
Il Segretario Generale Jagland ha accettato l'invito ad adempiere all'alto incarico, così caro alle Istituzioni e al popolo sammarinese attraverso il quale - la Reggenza è certa - saprà infondere un rinnovato impulso verso l'impegno, peraltro già particolarmente attivo e determinato, che San Marino offre all'importante Organizzazione di Strasburgo, baluardo internazionale della democrazia, dello stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Siamo altrettanto compiaciuti che il Segretario Generale Jagland, oltre ad onorarci per l'incarico odierno, abbia altresì accettato di compiere la visita ufficiale alla Repubblica nella giornata di domani, che vedrà un coinvolgimento corale di tutte le componenti sammarinesi - governative, parlamentari, politiche e sociali - nel desiderio di incrementare ulteriormente il ruolo della piccola Repubblica del Titano nella grande Organizzazione paneuropea.
È oramai imprescindibile il rapporto e il confronto con la comunità degli Stati che avviene, in via prioritaria, attraverso la cooperazione internazionale all'interno delle maggiori Organizzazioni multilaterali. Solo qualche giorno fa, San Marino ha celebrato a New York il ventesimo anniversario del suo ingresso nell'Organizzazione delle Nazioni Unite, attraverso la partecipazione del Segretario di Stato per gli Affari Esteri ad un evento che ha consentito di sottolineare il ruolo e l'impegno attivo del nostro piccolo Stato nella maggiore Organizzazione Internazionale, cui ha partecipato anche il Segretario Generale Ban Ki-moon, all'avvio del suo secondo mandato.
Un'occasione questa che fa riflettere, una volta in più, sulla necessità di allargare alla sfera multilaterale l'orizzonte del nostro percorso e che richiama, inevitabilmente, la necessità di adeguamento ed integrazione alle regole internazionali, non solo per il conseguimento della pace e della sicurezza internazionale ma per il raggiungimento di una giustizia economica e sociale che garantisca stabilità e sviluppo ai popoli, indipendentemente dalle dimensioni, dall'incidenza economica e dalla forza strategica o militare.
La Repubblica di San Marino si sta adoperando, al riguardo, per un pieno adeguamento agli standard internazionali in materia finanziaria, così come nella lotta al riciclaggio, alla criminalità organizzata, alla corruzione e al terrorismo ottenendo, peraltro, continui positivi riscontri dalle maggiori Istituzioni Internazionali, che riconoscono i notevoli progressi compiuti e la volontà di pervenire ad una piena ed effettiva implementazione di tali standard.
Allo stesso modo, sta conducendo un percorso di progressivo avvicinamento alle Istituzioni comunitarie, nel desiderio di pervenire ad una sempre miglior integrazione europea.
San Marino vive oggi una fase di cambiamenti e riflessioni profonde, determinata da una congiuntura globale che induce ogni Paese a ripensare i termini del proprio sviluppo economico, politico e sociale; una fase caratterizzata da una relativa incertezza sulle modalità da adottare per contrastare la flessione di un modello di sviluppo non più convincente, alla luce delle strategie internazionali, al cui interno vive, comunque, il desiderio di continuare a garantire ai suoi cittadini quella condizione di serenità e di benessere diffuso che fino ad ora sono stati al centro delle politiche di sviluppo.
La Reggenza sente forte la responsabilità istituzionale e personale del momento attuale e si renderà garante di quel richiamo alla solidale coesione tra le differenti componenti politiche e istituzionali, affinché si diffonda quel “comune sentire” in grado di trascendere i particolarismi, che si realizza attraverso scelte ampiamente condivise.
La Reggenza è altrettanto convinta che la popolazione, oggi più che mai, debba pretendere un'azione ampiamente concertata, che si inscriva in un cambiamento in grado di produrre nuovo sviluppo e nuove prospettive, in una cornice di regole e parametri certi che offrano competitività al sistema e all'economia.
Nel suo ruolo di presidenza dell'attività dell'organo legislativo, la Reggenza si adopererà per mantener vivo il pluralismo dialettico, che è dialogo tra le parti ed è e deve essere soprattutto volontà di superare tensioni congenite alle divisioni politiche o ideologiche, per pervenire all'unico vero obiettivo di questo momento, rappresentato dal bene comune e dalla necessità di superare, indivisi, le difficoltà del momento.
Ora più che mai serve il contributo di tutti e la fiducia di ognuno, per affrontare quel sacrificio richiesto da un'attualità, purtroppo, densa di preoccupazioni.
Alle Istituzioni è richiesto di mantener viva quell'autorevolezza in cui i cittadini devono potersi riconoscere, cui avranno sempre necessità di richiamarsi, nel riconoscimento di una piena affidabilità e della vigenza, al loro interno, di una dialettica rispettosa delle differenti posizioni e finalizzata unicamente all'esclusivo interesse nazionale.
Alla politica è richiesto il coraggio civile e la capacità di svolgere quella funzione insostituibile di stimolo e di valutazione delle priorità che inducano ad un impegno concreto nelle principali riforme in corso, nell'interesse primario della giustizia sociale e del benessere dei cittadini. A questo riguardo è bene che ognuno senta forte la chiamata a fare la sua parte, a partire dal Governo, cui incombe la gestione di questo difficile momento, e dal Consiglio Grande e Generale, l’organo principe della espressione della democrazia sammarinese.
Alle forze sociali ed imprenditoriali è richiesto di essere uno stimolo propulsivo alla crescita, nell'auspicio che si affermi il massimo di coesione nel mondo dell'impresa come nel mondo del lavoro, due realtà fondamentali per lo sviluppo del nostro sistema, che sono e devono continuare ad essere al centro delle politiche sociali e delle riforme, nella salvaguardia delle esigenze di quanti si trovano in difficoltà e delle loro famiglie.
La Reggenza ritiene pertanto che coloro che detengono le principali responsabilità pubbliche debbano avere quale primo pensiero la ricerca di risposte convincenti per un Paese che, oggi più che mai, ha bisogno di ricreare un assetto di fiducia interna ed internazionale.
Allo stesso tempo, reputa doveroso chiedere al popolo sammarinese il risveglio delle coscienze e un recupero di solidarietà per un nuovo progetto di convivenza sociale, che dovrà andare di pari passo col dovere delle istituzioni - e di ciò la Reggenza si porrà vigile testimone - di ascoltare ogni espressione ed ogni istanza che provenga dalla comunità sammarinese.
I passi e gli adempimenti più recenti, conseguiti con l'amica Repubblica Italiana, hanno verosimilmente predisposto le Istituzioni e il popolo sammarinesi ad una rinnovata speranza di poter, in tempi brevi, raggiungere l'atteso perfezionamento delle intese necessarie nel percorso intrapreso dalla Repubblica. La Reggenza ne auspica il rapido conseguimento, confortata dall'imponente lavoro svolto in direzione del progressivo adeguamento agli standard internazionali e dall'adozione di riforme interne ispirate alla trasparenza, alla cooperazione e all'eliminazione di ogni criticità residua.
In questo spirito, desideriamo salutare il nuovo semestre che ci attende, esortando le Istituzioni, la società civile e i cittadini al dialogo, al confronto aperto e reciprocamente rispettoso e sottolineando, con motivato orgoglio, la dignità che ci appartiene, in qualità di cittadini di un Paese che ha saputo restare libero e democratico nei secoli e che oggi deve recuperare appieno la sua storia ed il suo passato per fondare su basi solide il futuro della nostra Repubblica.