Il primo giorno di Consiglio

Il primo giorno di Consiglio.
Per la prima volta, dopo ripetute enunciazioni e impegni dei vari governi, una riforma globale della Pubblica Amministrazione arriva in Consiglio Grande e Generale. Il Segretario di Stato per gli Affari Interni, Valeria Ciavatta, ha illustrato le linee che segnano l’intervento di adeguamento di un settore vitale per il Paese, non solo per il buon funzionamento della macchina pubblica ma anche come supporto all’economia privata e ai cittadini. “Una legge quadro che mira ad aprire un percorso di ammodernamento per un settore che non può più attendere” come ha spiegato il Segretario Ciavatta.
Il pacchetto di provvedimenti è corposo: oltre alla legge quadro di riforma sono state presentate anche le nuove norme di disciplina per i pubblici dipendenti, per i concorsi ed altre forme di selezione, la legge sulla dirigenza. “Un primo importante traguardo - lo ha definito il Segretario agli Interni - pur nella consapevolezza che sarà necessario un lavoro impegnativo nel processo di evoluzione del sistema istituzionale e sociale”.
Votata la modifica tecnica sulle Giunte di Castello, affrontata con procedura d’urgenza, considerata la convocazione delle urne amministrative per il 7 giugno prossimo. Gli interventi riguardavano le schede elettorali: 4 articoli per facilitare le operazioni di voto e di spoglio.
Non passano gli emendamenti delle opposizioni, che miravano a rivedere l’operatività delle Giunte, il loro peso sulle scelte che riguardano il Castello, per affidare loro maggiori poteri. La maggioranza condivide la necessità di un intervento ma ritiene opportuno rinviarlo visti i tempi ristretti che separano dal voto, limitandosi, al momento, agli adeguamenti di carattere tecnico.
In apertura dei lavori, il consigliere del Psd, Giuseppe Morganti, ha espresso preoccupazione per gli annunciati provvedimenti OCSE che saranno adottati nel G20 di Londra il 2 aprile. Morganti ha chiesto al Governo di sapere cosa sta facendo per evitare il rischio di ritrovarsi nella lista dei paesi non collaborativi e le ragioni di quello che giudica un immobilismo, “mentre - ha affermato - tutti i paesi a rischio hanno adottato provvedimenti e alcuni di questi sono riusciti a mitigare la loro precaria posizione”.
Nei giorni scorsi il Segretario agli Esteri, Antonella Mularoni, aveva rivelato che la lista OCSE prevede due gruppi, dei paesi collaborativi e di quelli non collaborativi, precisando che San Marino è collocato nella prima e non ci sono ragioni perché possa essere spostato in quella dei paradisi fiscali. Temi che sicuramente torneranno al momento della nomina del nuovo Presidente di Banca Centrale, quando si discuterà anche delle politiche economiche e finanziarie.

Sergio Barducci

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