Progetto di legge su insegnanti di religione: è polemica

Rete promette battaglia, e non è la sola. Il tema è delicato, tocca da vicino la Diocesi. Chi si oppone ne fa soprattutto – dice - una questione di diritto democratico. “L'accordo era stato bocciato in Consiglio il 25 ottobre del 2013 – spiega Grazia Zafferani - ed è stato reinserito in modo subdolo in un progetto di legge. Non è questione ideologica, ma di correttezza”.
Morganti difende la legge e precisa: “l'accordo bocciato in Consiglio ne prevedeva uno nuovo con le autorità religiose, che non si farà. Interveniamo solo sul piano legislativo puro e semplice, facendo in modo che l'ora di religione sia sempre più presente all'interno dei programmi scolastici generali.” L'insegnante di religione non sarà quindi più separato dal contesto ma sarà un insegnante di classe come tutti gli altri. Farà cioè parte del collegio docenti, contribuirà con le sue idee e riceverà consigli su come svolgere la propria materia. Tornando ai contenuti della legge: la curia rilascerà l'attestato di idoneità solo al momento del titolo universitario. Fino a ieri si esprimeva annualmente. Poi c'è la questione economica su cui parte dell'opposizione si è già detta contraria: parlare di aumenti in momenti di crisi, dice Rete, è poco rispettoso nei confronti di chi si trova in difficoltà. Se vogliamo affrontare il tema della precarietà occorre farlo in maniera generale.
La commissione tornerà a riunirsi alle 21. Nel pomeriggio, è stato discusso il progetto di legge di iniziativa popolare sulla “modalità paritaria di trasmissione del cognome”. Lo chiede anche l'Europa. Per dare ai figli il cognome del padre, della madre o di tutte e due.

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy