Scorrere le oltre 170 pagine di Programma economico 2019 è come ripercorrere i piani e gli obiettivi fissati dal Governo dalla sua entrata in carica ad oggi. Al suo interno sono contenuti dati sulla situazione del Paese e, soprattutto, le indicazioni su cosa fare nel futuro. Il PIL è tornato a crescere nel 2016, ma il macigno rappresentato dai problemi del sistema bancario resta.
Nel testo sono illustrati i numeri del Piano nazionale di stabilità, con le riforme che permetteranno, in base agli obiettivi, di risparmiare in vista di un 'riavvio' dell'economia. Con la spending review si conta di ridurre il deficit, quindi di risparmiare, dagli 8 ai 10 milioni di euro per il 2019 e dai 5 ai 7 milioni nel 2020. Stesse cifre, per gli stessi anni, si rispamieranno con la riforma delle pensioni. Terzo intervento strutturale è la riforma del sistema fiscale con, tra le altre cose, l'introduzione di un sistema Iva. La diminuzione, per questo capitolo, andrà dai 10 ai 12 milioni nel 2019 e dagli 8 ai 10 milioni nel 2020.
Annunciati, poi, controlli fiscali più efficaci: strategia che farà aumentare le entrate. Nel capitolo dedicato allo sviluppo si parla invece dell'apertura graduale del mercato immobiliare, così come raccomandato dal Fondo Monetario. Questo farebbe aumentare il valore dei beni immobili e, di conseguenza, migliorerebbe la condizione del bilancio delle banche.
Nel piano si fa anche riferimento al polo della moda per il quale si attendono oltre 200 milioni di entrate fiscali in 10 anni. Una sezione è dedicata al risanamento del sistema bancario che renderà necessario un “significativo intervento pubblico”, con i 475 milioni di euro di attività non performanti di Carisp da riconvertire. Le banche private dovranno invece essere più innovative. Troppi sportelli, un modello di business non più sostenibile e costi di gestione elevati sono alla base di un comparto che, secondo il Governo, è da ristrutturare.
Mauro Torresi
Nel testo sono illustrati i numeri del Piano nazionale di stabilità, con le riforme che permetteranno, in base agli obiettivi, di risparmiare in vista di un 'riavvio' dell'economia. Con la spending review si conta di ridurre il deficit, quindi di risparmiare, dagli 8 ai 10 milioni di euro per il 2019 e dai 5 ai 7 milioni nel 2020. Stesse cifre, per gli stessi anni, si rispamieranno con la riforma delle pensioni. Terzo intervento strutturale è la riforma del sistema fiscale con, tra le altre cose, l'introduzione di un sistema Iva. La diminuzione, per questo capitolo, andrà dai 10 ai 12 milioni nel 2019 e dagli 8 ai 10 milioni nel 2020.
Annunciati, poi, controlli fiscali più efficaci: strategia che farà aumentare le entrate. Nel capitolo dedicato allo sviluppo si parla invece dell'apertura graduale del mercato immobiliare, così come raccomandato dal Fondo Monetario. Questo farebbe aumentare il valore dei beni immobili e, di conseguenza, migliorerebbe la condizione del bilancio delle banche.
Nel piano si fa anche riferimento al polo della moda per il quale si attendono oltre 200 milioni di entrate fiscali in 10 anni. Una sezione è dedicata al risanamento del sistema bancario che renderà necessario un “significativo intervento pubblico”, con i 475 milioni di euro di attività non performanti di Carisp da riconvertire. Le banche private dovranno invece essere più innovative. Troppi sportelli, un modello di business non più sostenibile e costi di gestione elevati sono alla base di un comparto che, secondo il Governo, è da ristrutturare.
Mauro Torresi
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