Pronto il piano di riforma tributaria, che entro il 30 giugno dovrà diventare legge
La sfida è trovare risorse e al tempo stesso aumentare la competitività del sistema. Equazione difficile, se non impossibile, ma la Segreteria alle Finanze punta tutto sulla riforma fiscale. Una rivisitazione del sistema tributario, a 26 anni dall’ultimo intervento, incentrata su tre criteri di fondo: equità, efficienza e trasparenza. L’intento è quello di non inasprire la pressione fiscale ma di far emergere un sommerso. Si parte dall’analisi dei dati, che mettono in luce aspetti singolari e un fenomeno diffuso, quello dell’erosione del gettito. Nel mondo delle società il 40% non paga un euro di tasse, o denuncia un reddito inferiore ai 30 mila euro l’anno. Solo 858 imprese, il 20% del totale, contribuiscono al 92% del gettito complessivo. Fra i correttivi si ipotizza l’introduzione di una minimum tax, il pagamento cioè di un importo minimo per quelle aziende sotto i 30 mila euro l’anno, che dovrebbe fruttare quasi 6 milioni di euro. Per le restanti si andrebbero a cancellare le varie defiscalizzazioni per introdurre criteri precisi per l’accesso agli incentivi, destinati, ad esempio, a chi investe in ricerca o innovazione tecnologica. Novità in vista anche per i dipendenti, che vedrebbero cancellato l’attuale abbattimento del reddito, pari al 23,60%, che lascerà il posto a deduzioni documentate, dietro presentazione cioè di spese realmente effettuate. Prevista anche una no tax area, un tetto minimo di reddito al di sotto del quale non si pagherebbero imposte, e un innalzamento delle detrazioni per carichi familiari. Anche per i lavoratori autonomi si ipotizza la minimun tax, mentre sparirebbe la forfetizzazione. Per loro la possibilità di scegliere fra un regime progressivo, lo stesso dei dipendenti, o uno proporzionale, come per le società. Nel video l'intervista al Segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini.
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