Prosegue, in Consiglio Grande e Generale, il confronto sullo stato delle relazioni con l’Italia
Le manifestazioni di piazza di ieri e il nuovo allarme lanciato dagli imprenditori riecheggiano in Aula, dove prosegue il confronto sui rapporti italo-sammarinesi, arrivato ormai alle ultime battute. Ancora 4 interventi, poi spazio alle repliche. Spetterà al Segretario di Stato per gli Affari Esteri tirare le somme di un dibattito che finora ha registrato toni tutto sommato pacati. L’opposizione sottolinea gli errori commessi, in primis con Banca Centrale. Una analisi condivisa anche da diversi consiglieri di maggioranza. Giuseppe Morganti del Psd parla del crollo immediato di credibilità di questo Esecutivo con la circolare di Banca d’Italia, subita passivamente. Eppure, ricorda, ha modificato una convenzione internazionale. Se di colpe si dovrà parlare, gli fa eco Assunta Meloni di Ap, non ci sono solo quelle della politica, ma anche dei vertici delle associazioni economiche, bancarie e degli stessi cittadini che hanno condiviso e sostenuto un sistema. Ma oggi, aggiunge Gianfranco Terenzi della Dc, non può esserci un processo alle responsabilità, serve una reazione. Gabriele Gatti, prende la parola per la prima volta dalle sue dimissioni, che l’Aula affronterà dopo la presentazione del pacchetto trasparenza, e parla di problemi nuovi con l’Italia. Non riguardano, dice, le frodi e le distorsioni che evidentemente non si possono fare, ma tutta la nostra struttura economica. Tremonti, afferma, sembra un insegnante irritato che ci fa domande sempre più difficili e che comunque sembra intenzionato a bocciarci. Non possiamo seguirlo su questa strada, commenta, perché a rischio è l’intero sistema Paese. Gatti invita a non personalizzare le trattative. Non ci sono, dice – assicurando comunque che se ne andrà - ministri sammarinesi che non vanno bene e non personalizziamo neppure Tremonti, aggiunge, che fa il suo lavoro e la fa molto bene. Sta a noi farlo meglio. Quello di Gatti, commenta Giovanni Lonfernini dei Ddc, non sembra un testamento politico ma piuttosto un assaggio di quello che accadrà quando discuteremo le sue dimissioni. Il segretario alle finanze che fino a ieri trattava con Roma oggi dice che siamo nelle mani di scolaretti insicuri rispetto a un insegnante cattivo. Da Alessandro Rossi di Sinistra Unita arriva un ammonimento. Il grande limite della politica sammarinese è di essersi creduta onnipotente. Un delirio che ha prodotto le macerie su cui oggi camminiamo.
Sonia Tura
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