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Prosegue l'analisi dell'articolato dell'Assestamento di bilancio. Confronto di ampio respiro su vari temi

I lavori sono ripresi dall'analisi dell'articolo 1 e relativi emendamenti. In particolare quello di RETE abrogativo della norma che incrementa di 600.000 euro il plafond per i mutui a supporto del settore agricolo. RETE parla di “mancanza di progettualità” per questo comparto, e logiche assistenzialistiche che non aiutano l'agricoltura; posto l'accento anche sull'assenza di controlli. La politica ha il dovere di indicare delle priorità, ha osservato Grazia Zafferani, Gruppo Misto; che ha parlato della situazione in cui versano le famiglie più bisognose. Il PDCS ha parlato di ostruzionismo sull'Assestamento sottolineando ancora la differenza tra mutui e contributi. Di fatto stiamo parlando di circa 30.000 euro in più, ha infatti precisato il Segretario Canti; che anche annunciato come sia pronta la Legge sull'agricoltura. L'emendamento di RETE è stato respinto.

Si è passati a quello di RF – già presentato in passato - aggiuntivo di un nuovo articolo 1-bis; dove si prevede la possibilità per i privati di cedere all'AASS l'energia prodotta in surplus dagli impianti fotovoltaici; e ciò a fronte di un corrispettivo, seppure a livelli calmierati rispetto ai prezzi di mercato. La logica è quella delle comunità energetiche, è stato spiegato: tema sul quale è impegnato anche il Governo. Il Segretario Canti ha dichiarato di riconoscere “la bontà” dell'emendamento; ma ancora non siamo pronti, ha puntualizzato. Ha tuttavia sottolineato come questa possibilità sia prevista nel nuovo Piano Energetico Nazionale, ancora da approvare. Sostegno all'emendamento sia da Libera che dal Gruppo Misto.

RETE ha ribadito dal canto suo la necessità di un ruolo centrale dello Stato su questo dossier; necessaria una riformulazione dell'articolo, ad avviso di un consigliere di NPR: intervento di carattere tecnico. Occorre vi siano risposte celeri e precise ha sottolineato un'altra esponente di NPR. Nel confronto anche interventi dai banchi della DC, con riflessioni riguardanti ad esempio gli incentivi all'installazione degli impianti: di fatto si andrebbe a dare un doppio aiuto, è stato spiegato. Il Segretario Canti ha accolto con favore questa pluralità di input; prevedendo un intervento già nel mese di settembre. Emendamento respinto. Quello successivo porta la firma di RETE; per abrogare una norma di 2 anni fa approvata anche dal Movimento – è stato spiegato – e per la quale facciamo mea culpa. E' stato definito infatti un passo indietro sulla trasparenza riguardo i titolari effettivi di banche, finanziarie e trust. Da qui la volontà di riparare. Appoggio da parte di Libera; pur sottolineando come vi sia teoricamente la possibilità di infierire politicamente su RETE. Ricordato l'aspro scontro in Aula all'epoca, e le “battaglie contro i poteri forti” sia dai banchi della Maggioranza che dell'Opposizione.

L'ex Segretario di Stato Ciavatta ha sottolineato come in occasione dell'ultima Finanziaria RETE avesse proposto di eliminare quanto disposto. Ha chiesto poi alle altre forze di Opposizione per quale motivo non abbiano presentato in questa occasione il medesimo emendamento. Difficile portare avanti battaglie comuni quando si hanno responsabilità di governo, è stato osservato dai banchi del Gruppo Misto. Quella della trasparenza – è stato detto – è una battaglia ideale, ma da accompagnare dalla capacità di produrre economia reale nella legalità. L'opacità è una abitudine culturale, è stato aggiunto. Disponibilità, da parte di RF, di entrare nei dettagli dell'emendamento.

É quindi intervenuto il Segretario Gatti che ha sottolineato come la norma fosse stata proposta da BCSM ed AIF; trovandosi di fronte ad un duplicato del registro dei titolari effettivi. Che ha un problema: ad oggi non è possibile accedervi dall'esterno. Questo registro deve essere accessibile, ha rimarcato. La scelta che è stata fatta è portare tutti questi registri sotto il controllo di AIF affinché ne garantisca l'accesso a tutti i soggetti interessati. Il progetto è pronto per andare in Commissione, ha aggiunto; ma vi è una delega per approvare la norma tramite decreto. RETE ha scelto comunque di tenere l'emendamento in votazione; sottolineando come 2 anni siano stati un tempo sufficientemente ampio per intervenire. Emendamento respinto. 

Quello successivo aveva come tema la tutela del patrimonio dello Stato, con l'aggiunta di due comma specifici agli articoli del Codice Penale che puniscono l'appropriazione indebita e l'amministrazione infedele. Previste infatti aggravanti qualora il reato sia commesso in danno dello Stato, o ad opera di vertici di istituti bancari o finanziari. L'intendimento è positivo – ha premesso il Segretario di Stato Berti – sottolineando come l'Esecutivo abbia già intenzione di intervenire nel merito. Ha anche aggiunto come a suo avviso la qualità normativa della proposta di RETE sia da migliorare; proponendo di riflettere su un unico intervento sul codice con una specifica aggravante. Ha chiesto infine di soprassedere alla votazione. Sostegno invece dal Gruppo Misto, pur ritenendo l'Assestamento un “veicolo” non corretto per interventi sul codice penale. Non si possono fare errori sul codice penale, ha ammonito il Segretario Berti; sottolineando come sia più opportuno intervenire tramite lo strumento del decreto delegato. L'emendamento è stato infine posto in votazione venendo respinto. Proposta anche l'introduzione del reato di interesse privato nelle società dello Stato. Chiaro il principio dell'emendamento, ma sulle modalità e la forma non poche perplessità da parte dell'Aula. La proposta è stata infine ritirata, per poter essere ripresentata in modo diverso in altra occasione.

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