Ps: chiuso a Dogana il ciclo incontri "Tasse, tasse e poi...ancora tasse"
Solo con l’incremento della pressione fiscale, il Paese è destinato a morire. A conferma di questa valutazione c’è l’inesorabile avanzamento dell’emergenza economica, finanziaria e sociale, che purtroppo non viene affrontata in modo adeguato dal governo, la cui azione è troppo debole e incerta per dare risposte concrete alle difficoltà delle imprese e dei lavoratori, alle sofferenze del settore creditizio e all’instabilità delle finanze pubbliche. Sono necessarie e urgenti scelte radicali, ma esse vengono impedite dalle evidenti divergenze di vedute sulle prospettive del Paese tra le varie componenti della maggioranza. Mancano le basi per costruire un nuovo modello di sviluppo pienamente integrato con la comunità internazionale e in grado di attirare investimenti qualificati e progetti imprenditoriali seri dall’esterno. La prima parte della legislatura ha chiaramente messo in evidenza che il governo non ha un piano concreto di gestione della crisi ed un disegno complessivo di futuro per mettere in sicurezza il bilancio dello Stato e per rilanciare l’economia e l’occupazione. E’ indicativo che, a distanza di alcuni mesi dalla sua approvazione, non si sa dove sia finita la legge in materia di sostegno allo sviluppo economico. Nel governo regna la confusione. Confusione confermata dalla sconsiderata gestione della riforma tributaria sul piano politico. L’apertura dello scontro sociale è il frutto di una proposta governativa totalmente irricevibile, in quanto calpesta clamorosamente il principio dell’equità. Dopo le varie tasse straordinarie e la patrimoniale, si richiedono altri importanti sacrifici ai sammarinesi senza prima aver dato segnali tangibili nel contrasto agli sperperi e ai privilegi, ancora largamente esistenti all’interno del settore pubblico. Indennità non giustificate, pensioni d’oro, emolumenti stratosferici per alcuni “super-dirigenti”, gestione dei lavori pubblici, assegnazione degli appalti e abuso degli straordinari, sono alcuni esempi concreti delle possibili aree di intervento per ridurre velocemente la spesa pubblica. Il Partito Socialista esprime un profondo senso di inquietudine rispetto all’immobilismo e all’incapacità decisionale del governo. Al Paese servono al più presto risposte serie e concrete. Non c’è più tempo da perdere. Pertanto, o il governo inverte la rotta oppure è meglio aprire una nuova fase politica.
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