Ps-Upr su arresti in Veneto

Ps-Upr su arresti in Veneto.
“Gli arresti eccellenti in Veneto, partono da un‘inchiesta della Guardia di finanza di Venezia avviata circa tre anni fa. Il pool di pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino (Dda) ha scoperto che l’ex manager della Mantovani Giorgio Baita, con il beneplacito del proprio braccio destro Nicolò Buson, aveva spostato dei fondi relativi al Mose in una serie di fondi neri all’estero. Il denaro, secondo l’accusa, veniva portato da Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria personale di Galan, a San Marino dove i soldi venivano riciclati da William Colombelli grazie alla propria azienda finanziaria Bmc”.
Questo è uno dei passaggi tra le decine di articoli di stampa nazionale italiana pubblicati oggi su una vicenda che ha toccato e tocca molto da vicino la Repubblica di San Marino.
Partito Socialista e Unione per la Repubblica su questo tema, già dal 2012, hanno portato avanti numerose iniziative politiche e istituzionali per chiarire i contorni di una vicenda – bonifico autorizzato alla BMC – che vedeva al centro i vertici della vigilanza di Banca Centrale e in particolare Antonio Gumina.
A ciò PS e UPR avevano aggiunto una serie di considerazioni sul ruolo del Console William Colombelli, grande amico della Repubblica di San Marino, famoso per il suo ruolo di facilitatore delle visite in Repubblica di Giancarlo Galan in veste di Ministro dei beni culturali l’8 luglio 2011 – e più indietro l’8 agosto 2009 allora in veste di Governatore del Veneto.
Gli arresti disposti e il ruolo centrale della BMC – indicata dalla magistratura italiana come il soggetto giuridico in cui sembra fossero riciclati i denari provento di attività criminose, dimostrano come i rilievi fatti da PS e UPR erano fondati.
Rilievi che a San Marino – stranamente non hanno mai avuto rilievo ne giudiziario, ne politico.
A memoria riportiamo uno stralcio di un nostro comunicato di qualche settimana fa:
“I Gruppi Consiliari PS UPR hanno dichiarato la propria insoddisfazione a seguito della risposta del Congresso di Stato in merito all’interpellanza, presentata dai Consiglieri William Giardi e Alessandro Mancini, sul bonifico – emesso in pieno regime di blocco del sistema dei pagamenti – da Banca Commerciale (BCS) in favore della società finanziaria infrastrutture. Le ragioni della nostra insoddisfazione nascono per diversi motivi che andiamo a esplicitare.
1) Le rogatorie provenienti da autorità giudiziarie straniere
Dalla risposta del Governo si deduce chiaramente come siano pervenute, da autorità giudiziarie straniere, rogatorie in merito a questa vicenda. Nel momento un cui il Governo sostiene, infatti, che i nostri quesiti implicano risposte che non possono essere divulgate in quanto i relativi contenuti sono coperti dal segreto d’ufficio, il sostenere questa tesi non può ritenersi un azzardo o una mera speculazione politica. A carico di chi, ne prendiamo atto, non possiamo saperlo in ragione della normativa vigente. Non è nostro intendimento, né è nostro costume, ingerire sulla magistratura che, anzi, va lasciata lavorare serenamente e nell’autonomia che le compete.
Rimane, però, un dubbio: le possibili rogatorie riguardanno la politica? Segretari di Stato? Organismi istituzionali? Operatori economici?
2) Il ruolo dell’ex Console William Colombelli
Nel momento in cui è scoppiata la vicenda “Chalet”, in cui rientra anche la questione bonifico BCS, gli occhi mediatici e giudiziari italiani sono stati puntati sul Colombelli figura collegata con la Finanziaria Infrastrutture e con settori importanti della politica italiana, in particolar modo l’ex Presidente della Regione Veneto, che negli ultimi quattro anni hanno avuto rapporti istituzionali con il Governo uscente. Ricordiamo, a tal proposito, i vari accordi siglati tra San Marino e la Regione Veneto. Desta però attenzione la notizia, riportata da media italiani, circa le registrazioni telefoniche, consegnate dal Colombelli, alla Procura di Venezia.
Chissà se, in quelle registrazioni, ci sono particolari rilevanti in merito all’autorizzazione del bonifico? Chissà se, dalle registrazioni, si capisse cosa è veramente successo nelle ore che hanno portato alla determinazione di un atto in aperta violazione di legge? Chissà se fosse richiamato qualche nome importante o qualche circostanza chiarificatrice?
3) La posizione delle istituzioni competenti
Durante un’audizione presso la Commissione Consigliare Permanente Finanze, i vertici di Banca Centrale sono stati interpellati su questo aspetto. Gli elementi emersi, in termini di rilevanza, sono:
A) L’invio, prima del blocco del sistema dei pagamenti in BCS, di una lettera – da parte dell’amministratore della società Finanziaria Infrastrutture – in cui si sollecitava la Vigilanza di BCSM a realizzare questa operazione;
B) L’invito, da parte della stessa Vigilanza di BCSM ai rappresentanti della finanziaria, a rivolgersi all’allora Commissario Straordinario di BCS Dottor Sergio Gemma che, vale la pena ricordarlo, si dimise dopo l’esplosione di questo episodio;
C) La notizia di un confronto di tipo legale, tra la Vigilanza di BCSM e Bankitalia, al fine di avere un supporto tecnico in merito allo sblocco del bonifico.
Il Governo ha, però, detto che – in base alla documentazione in proprio possesso – non ci sono tracce di contatti telefonici, personali ed epistolari tra i titolari del conto corrente e i membri del Comitato per il credito e le valute, il Coordinamento della Vigilanza, il comitato di Sorveglianza di BCS o il Dottor Sergio Gemma. Non solo. Il bonifico è stato poi emesso durante il regime di blocco del sistema dei pagamenti.

Comunicato stampa Ps-Upr

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