E’ il primo Congresso del Psd, a 41 anni dalla fondazione. “Siamo arrivati a un appuntamento importante” – ha detto Giuseppe Morganti. Il Congresso, dal 14 al 16 dicembre, avrà come elementi importanti l’organizzazione del partito che si rinnova per aprirsi alla partecipazione, il rinnovato “progetto per San Marino”, che sarà votato alla fine, così come il documento politico alla base della mozione finale che fisserà passato e futuro del partito. Dalle radici del movimento socialista alle nuove trasformazioni. In più il regolamento per accedere all’osservatorio sul patto politico. Claudio Felici fissa i numeri: 580 delegati che hanno scelto di autocandidarsi al Congresso, il 35 per cento di componente femminile, per una assise confermata, nonostante il momento politico. Con lo sguardo ad allargare il dialogo sulla coalizione di centro sinistra a quelle forze al di fuori del governo. Apertura confermata anche da Paride Andreoli per il quale il Congresso dovrà sancire la coesione e l’unità di intenti all’interno del Psd. “Sarà importante confrontarsi fino in fondo per uscire dal Congresso con una linea politica condivisa – aggiunge Fiorenzo Stolfi – per consentire al Psd di far fronte alle responsabilità cui è chiamato”. Gli esponenti Psd tengono poi a precisare che nonostante quanto affermano le opposizione il Psd non è un partito spaccato in due.
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