Psd. Crisi: dallo sconforto collettivo, alla voglia positiva di rimboccarsi le maniche!
In questo periodo sui giornali locali ci si diverte a fare le pagelle e a dare voti … ma alle stesse persone i voti cambiano a seconda del giornale! È uno sport che lascia il tempo che trova! Quello che è importante sottolineare è che sono state gettate le basi per costruire un Paese nuovo, secondo principi di trasparenza e giustizia che ancora non tutti hanno ben capito. È un cambiamento storico, necessario, che coinvolge tutti; un cambiamento culturale, che archivia l’idea dello stato assistenziale, per molti da sfruttare e mungere senza scrupoli magari con l’aiuto del politico di turno. Un cambiamento che mette il valore del lavoro, della professionalità e della persona al centro dell’attenzione. La spending review, la necessità di alleggerire la pubblica amministrazione, da elemento critico deve diventare punto di forza, attivando una fase di aggiornamento/formazione del personale e mettendo in luce le tante professionalità che già sono presenti; lavorare nella pubblica amministrazione deve tornare ad essere un punto d’orgoglio.
La riforma fiscale e la legge di bilancio approvate sono dure, dimostrano e mettono in pratica la consapevolezza di un cambiamento inevitabile di mentalità: non è più il cittadino che chiede allo Stato, ma è lo Stato che ha bisogno del contributo di ogni cittadino. Il Bilancio è stato rielaborato e ricalcolato fino allo stremo, cercando di mantenere in equilibrio i conti e la qualità dei servizi, senza dimenticare l’attenzione alle fasce deboli. È stato fatto un lavoro enorme, perfettibile e migliorabile, ma fondamentale. La maratona straordinaria dal 10 al 20 dicembre dell’ultima seduta Consiliare, con un finale che ha messo a dura prova la resistenza di tutti, sarà ricordata per parecchio tempo.
Dal banco delle opposizioni arriva la critica al Governo di non aver avuto abbastanza coraggio e nello stesso tempo di aver chiesto troppo ad alcuni e poco ad altri … Tutto è perfettibile, l’importante è cominciare!
Ora la cornice è fatta, il 2014 sarà l’anno del lavoro, dell’uscita dalla lista nera italiana. Dagli Stati Uniti arrivano segnali incoraggianti che indicano il 2014 come l’anno dello sviluppo.
Concentriamoci sull’economia reale, sul lavoro, partiamo da quello che già c’è, dai problemi emergenti per costruire nuove soluzioni e prospettive: gestione dei rifiuti, settore immobiliare, turismo, cultura e settore bancario/finanziario.
Poi, per favore, torniamo a parlare di politica, quella vera, quella che appassiona le menti aperte. Parliamo di diritti civili, di un paese che si vuole confrontare col mondo, di sostenibilità del Pianeta, di cultura internazionale, di pari opportunità.
Smettiamo di considerare la politica una materia solo per addetti ai lavori, la politica è di tutti, la partecipazione più allargata è, meglio è per il Paese e per i cittadini.
Penso che le riforme adottate da San Marino puntino alla sobrietà, non all’austerità tedesca, perché nessuno è stato lasciato a casa e si è salvaguardato lo stato sociale.
Un grande contemporaneo, Josè Mujica Cordano, detto Pepe, presidente della Repubblica Orientale dell’Uruguai, dice: “Io consumo il necessario, ma non accetto lo spreco, perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari, bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà e se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L’alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere!”