Per il capogruppo Claudio Felici il colonnello in questi anni ha dimostrato di essere “competente, un uomo di Stato che ha accresciuto il prestigio della Repubblica anche grazie alle sue ottime relazioni esterne, facendo crescere la professionalità della gendarmeria. Peccato – continua – che con questo governo sia iniziata subito la caccia al comandante. Non abbiamo ascoltato la registrazione del suo intervento a Forlì, ma per quanto sgradevoli, perché queste parole devono avere tanto peso ed altre invece, come le minacce del coordinatore Riccio, sono cadute nel silenzio?”. “A noi sembrano più un capro espiatorio che vere motivazioni – gli fa eco il segretario Gerardo Giovagnoli, che aggiunge – I vertici delle forze dell’ordine non possono essere in balìa dei governi che si succedono. Le scelte devono essere strategiche e coerenti col pacchetto antimafia”. Quello che pone il Psd è tutta l’aria di essere un veto sul coordinatore Sabato Riccio: “Se le registrazioni di Forlì – conclude infatti Felici – hanno provocato le dimissioni, altre vicende non meno gravi non potranno sfociare in una promozione a comandante unico, che tra l’altro ci spaventa come concetto, sarebbe come minimo incoerente”. Nel video l'intervista a Gerardo Giovagnoli, segretario Psd
Francesca Biliotti
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