PSD presenta la nuova bozza di riforma elettorale
Coalizioni pre-elettorali favorite ma non obbligatorie, premio di stabilità, condizioni di pari opportunità sia tra uomini e donne che tra forze politiche, informazioni più ampia e dettagliata anche per gli elettori esteri, il ritorno alle urne in caso la maggioranza che ha ottenuto i favori della popolazione non possa garantire la governabilità. Sono questi, a grandi linee i principi contenuti nella legge che introduce, fra l’altro, anche il cosiddetto “diritto di tribuna”, la garanzia cioè anche per le liste minori, senza alcun sbarramento. Norme più efficaci anche per la segretezza del voto, per una informazione più ampia, la parità tra i sessi. In questo caso nessuna quota rosa o altri meccanismi per favorire l’elezione di candidate donne, ma un vincolo per le forze politiche, che dovranno garantire almeno un terzo dei candidati più deboli, e uno per gli elettori che dovranno destinare almeno una delle tre preferenza all’altro sesso, pena la nullità della terza indicazione. Elevate a 120 le firme necessarie per la presentazione delle liste, con l’obbligo di presentazione del programma, nuove schede elettorali e nuove disposizioni di carattere tecnico. Altro elemento di forte impatto politico, un nodo sul quale le divergenze erano piuttosto marcate: il voto estero. Nessuna introduzione di seggi speciali o altre forme, ma la garanzia anche agli elettori residenti all’estero, di fruire della stessa informazione e conoscenza di quelli interni, con pari opportunità per tutte le forze politiche, tutte a carico dello Stato. Adesso toccherà alle forze politiche esprimersi in aula parlamentare. Il confronto inizierà nella sessione che si apre il 25, con la presentazione in prima lettura, e proseguirà nella riunione di febbraio per la discussione dei singoli articoli e il voto finale.