Psd-Ps: rapporto compromesso?

C'è fermento tra i partiti, alimentato da voci di nuove alleanze e da chi invoca il ricorso ad elezioni anticipate. Dopo la nota diffusa dal Psd sull'ultima riunione del direttivo, c'è chi non ha esitato a parlare di volontà di scaricare il Partito Socialista. “Non intendo esprimere valutazioni prima di aver avuto un confronto con il Psd e con gli organismi del mio partito – dice il segretario Ps, Simone Celli – tuttavia, per quanto mi riguarda non vedo le condizioni – puntualizza – per poter mettere in discussione l'accordo con il Psd”. No, dunque, a commenti avventati su una presa di posizione che Celli definisce comunque legittima da parte del partito di maggioranza e meritevole di approfondimento. Marina Lazzarini, segretario del Psd, getta acqua sul fuoco in questa fase ma senza dissipare completamente i dubbi. “L'apertura a Sinistra Unita – osserva – è la continuazione del percorso di aggregazione delle forze riformiste. Non è quindi un'azione del tutto nuova e straordinaria” - sottolinea. E su un eventuale allontanamento dalla Dc, ribadisce: “Nessuna intenzione di staccare la spina. Siamo in una coalizione di Governo e vogliamo portare a termine la legislatura”. Cosa potrebbe farle cambiare idea? “La riproposizione di vecchie logiche e vecchi metodi. Che si lavori per il loro superamento – ammonisce - e l'affermazione della cultura della legalità”. In casa socialista tuttavia le affermazioni del segretario Celli nell'ultima puntata di Palazzo Pubblico non sono di certo passate inosservate: Antonio Volpinari, membro dell'esecutivo, si dice d'accordo sulla necessità di chiedere scusa ai cittadini ma invita altresì a non fare di tutta l'erba un fascio: le responsabilità di quelle azioni oggi sotto giudizio – sostiene - non possono essere generalizzate e attribuite a tutta una classe politica e indiscriminatamente a tutti i partiti, soprattutto quelli tradizionali, poiché in quei governi ci sono stati anche coloro che hanno cercato di agire onestamente. Volpinari esorta quindi le forze politiche a guardare avanti per progettare “il dopo-maxi processo”, quando bisognerà ricostruire un Paese – sottolinea - una credibilità nelle Istituzioni e nel Governo della Repubblica”.

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