La riforma fiscale, da sola, non è sufficiente per mantenere in equilibrio i conti dello Stato, serve altro. Ne è convinto il Partito dei Socialisti e dei Democratici. A quell'appuntamento di Washington con il Fondo Monetario ci si deve arrivare con soluzioni chiare e condivise. Per il Psd quel passaggio costituisce un'occasione: quella di definire anche i passaggi irrimandabili per lo sviluppo. “Su questo ci siamo”, dichiara il Segretario, Gerardo Giovagnoli, che lo ha scritto a chiare lettere al suo collega democristiano, invitando le forze più responsabili a ricercare insieme le strade politiche più opportune. Quella che invoca è una svolta, che affronti senza più tentennamenti il discorso di un modello economico, oltre che fiscale.
Su questo le idee sono chiare: più ampio l'intervento sulla fiscalità; contenimento delle spese e mobilitazione di risorse per dare ossigeno al sistema. Il Psd pensa a criteri di induttività, come redditometro o studi di settore, perché la dichiarazione dei redditi corrisponda ad un tenore di vita. Poi il passaggio al regime IVA e una tassa di scopo, per finanziare progetti specifici. Bene lo “spendig review” la valutazione della PA, affidata ad un organismo esterno. E per ogni spesa rigorose gare d'appalto. Per le opere straordinarie si mettano in gioco le risorse di Enti che hanno accantonamenti, come Cassa Edile, Fondo Servizi Sociali e Fondo Pensioni. Risorse da destinare ad infrastrutture, potenziamento delle telecomunicazioni, investimenti in campo ambientale e per il risparmio energetico. Il patrimonio immobiliare dello Stato dovrebbe essere conferito tutto ad un unico Ente e i capitali messi in circolo dopo la trasformazione in titoli. Poi c'è la partita delle banche. Insieme alla ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio si affronti globalmente la crisi del sistema, si valutino le necessità globali. Su questi punti si gioca la condivisione allargata per la riforma fiscale ma anche per un nuovo modello del Paese.
Sergio Barducci
Su questo le idee sono chiare: più ampio l'intervento sulla fiscalità; contenimento delle spese e mobilitazione di risorse per dare ossigeno al sistema. Il Psd pensa a criteri di induttività, come redditometro o studi di settore, perché la dichiarazione dei redditi corrisponda ad un tenore di vita. Poi il passaggio al regime IVA e una tassa di scopo, per finanziare progetti specifici. Bene lo “spendig review” la valutazione della PA, affidata ad un organismo esterno. E per ogni spesa rigorose gare d'appalto. Per le opere straordinarie si mettano in gioco le risorse di Enti che hanno accantonamenti, come Cassa Edile, Fondo Servizi Sociali e Fondo Pensioni. Risorse da destinare ad infrastrutture, potenziamento delle telecomunicazioni, investimenti in campo ambientale e per il risparmio energetico. Il patrimonio immobiliare dello Stato dovrebbe essere conferito tutto ad un unico Ente e i capitali messi in circolo dopo la trasformazione in titoli. Poi c'è la partita delle banche. Insieme alla ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio si affronti globalmente la crisi del sistema, si valutino le necessità globali. Su questi punti si gioca la condivisione allargata per la riforma fiscale ma anche per un nuovo modello del Paese.
Sergio Barducci
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