Psd verso il Congresso tra tensioni interne e nuovi progetti
Il 21 luglio il Psd celebrerà il Congresso, “necessario – dice il capogruppo – per dare una struttura al partito”. Ci arriva con tensioni interne che covano sotto la cenere. “Non si respira aria da Mulino Bianco”, ci confida un aderente. “Divergenze di vedute ma nessun clima ostile”, ridimensiona Capicchioni. C'è chi in questi giorni ha ipotizzato la nascita di un nuovo soggetto politico. Innegabile al momento un certo “disorientamento”, in una fase di riflessione che diversi membri vorrebbero portasse ad una visione nuova del futuro, di un psd ridimensionato “che dovrebbe – ci dicono – declinarsi mantenendo la sua esistenza”. Alcuni membri negli ultimi tempi si sono defilati, chi per ragioni personali, chi per attriti interni. C'è distanza fra la parte legata a San Marino Prima di Tutto e chi vorrebbe guardare avanti senza precludersi movimenti e società civile. C'è anche chi non disdegna l'idea di un soggetto con quel che resta dei socialisti. Si parla di due opzioni: la riorganizzazione di un'area interamente socialista oppure traghettare il patrimonio socialista e riformista in una dimensione più ampia, meno legata a schemi di partito, lanciando un appello al mondo imprenditoriale e alle libere professioni, uomini e donne che in questo momento non fanno politica, delusi dal precedente governo e non soddisfatti di quello attuale. Ipotesi quest'ultima di prospettiva e tra le due, forse, la più accattivante. Idea che piace ad Iro Belluzzi, che guarda con favore ad “un progetto riformista – dice - con uno stampo liberale dell'economia ma tenendo ben saldi elementi che appartengono da sempre alla sinistra, come stato sociale ed istruzione”. Per Giancarlo Capicchioni è prematuro, occorre invece lavorare per non disperdere il progetto Psd. “C'è ancora spazio – afferma – per proseguire così”. Nel frattempo si lavora all'organizzazione dell'Assise di luglio con la consapevolezza che occorrerà trovare una sintesi per non rischiare, al momento del voto, di incrementare le distanze. Nicola Ciavatta fa parte del Comitato che sta definendo contenuti e novità per il Congresso. Definisce le correnti “persone con visioni differenti ma pronte al confronto”. E' fiducioso che si possa arrivare ad una convergenza. “La stiamo trovando”, dice. Non teme spaccature: lavoriamo tutti – spiega - per un partito unitario. Ancora è presto per le candidature ufficiali ma vorrebbe passasse la linea dei contenuti prima delle persone. “L'uomo solo al comando – dice - non è quello che abbiamo in mente.” Si guarda con favore all'alternanza ma non legata all'età anagrafica. Non si candiderà Iro Belluzzi. Si mette da parte, spiega, per dare ai giovani per esperienza politica l'occasione per acquisire visibilità. Un modo per dare nuova linfa alla costruzione di un progetto più ampio.
MF
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