La firma con l’Italia è già cosa di ieri. Il Psrs guarda oltre. Ed ora cosa succede? Per Paride Andreoli è un punto di partenza. La priorità, oggi, è l’uscita dalla black list. Serve inoltre un nuovo disegno del sistema economico. Gli risponde Marco Gatti: c’è il forte impegno per la ratifica. Non solo: bisogna continuare a precorrere la strada del cambiamento, rispettando gli standard internazionali e le leggi fatte. Una sfida che riguarda tutto il paese. Dc ed Ap, nonostante gli attriti degli ultimi giorni, condividono lo stesso pensiero. Roberto Giorgetti non ha dubbi: ora San Marino potrà mettere in campo iniziative per dare ancor più sostanza ai cambiamenti in atto: per una nuova economia e per dare prospettive ai giovani. Ma la firma non è merito solo del Patto. Nicola Selva dell’UPR ricorda che è il risultato di tutto il Consiglio. Bisogna essere realisti – avverte - abbiamo ancora molte cose da fare: dalla riforma tributaria, al contenimento della spesa pubblica, al nuovo assetto del sistema bancario, al mercato del lavoro. C’è anche del rammarico. Quello di Luca Montanari della cdls, deluso che nell’accordo non vengano risolte le discriminazioni dei lavoratori. Infine, l’analisi dell’Anis. Il paese va a due velocità: quella privata che deve competere e quella pubblica molto più lenta. “Ora – dice Carlo Giorgi - bisogna investire, modernizzare, ridurre gli sprechi, rendere efficienti i servizi”. Troppo facile sparare sulla politica. Il problema è culturale. Non si scappa: ci sono decisioni da prendere. Serve il coraggio del cambiamento.
Monica Fabbri
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