Sul tavolo del gruppo di lavoro specifico, lo statuto del nuovo soggetto politico, il partito unico dei socialisti e dei democratici. A dire il vero uno statuto della nuova forza esiste già e diventerà operativo nel 2006, alla celebrazione cioè del primo vero congresso politico, che seguirà a questi appuntamenti preparatori. In questo momento si tratta ridefinire le norme transitorie, che dovranno regolamentare anche il congresso di febbraio. Fra gli aspetti in discussione, ovviamente, le strategie politiche. Si fa strada l’impostazione che a definirle sia una maggioranza qualificata, che ottenga cioè l’assenso dei tre quarti degli aderenti delle due organizzazioni politiche. Se cioè uno dei due partiti approvasse all’unanimità un documento, l’altro dovrebbe essere adottato da almeno un quarto dei votanti. Se il quorum non dovesse essere raggiunto, la strategia politica sarebbe abbandonata. Ma al momento si è ancora nel campo delle ipotesi di lavoro. Adesso in casa dei democratici e dei socialisti, in particolare nella sede del PdD, c’è un grande imperativo: evitare ogni spaccatura, tenere conto di tutte le componenti, ridurre al minimo il rischio di scontri o contrapposizioni. Quasi pronto il documento che dovrà costituire la mozione finale del congresso unitario del 18, 19 e 20 febbraio, mancano solo gli ultimi aggiustamenti. Quasi fatta anche la scelta dei criteri per l’elezione del vertice del nuovo partito. I socialisti avevano nella direzione dei giorni scorsi indicato la volontà di un unico segretario e un unico presidente. Siamo anche noi – dichiara Giuseppe Morganti - su questa strada. La decisione ufficiale non è ancora stata assunta, ma questi sono gli orientamenti. Lo statuto – ricorda Morganti - definisce pari poteri tra presidente e segretario. L’unica difficoltà sarà definire chi sarà il segretario e chi il presidente”. Ma nonostante le parole di Moranti questo non sarà l’unico ostacolo da superare per le due compagini della sinistra avviate all’unificazione. Un nodo piuttosto delicato sarà quello che riguarderà la formazione delle liste elettorali, o meglio, di un’unica lista elettorale, la sua composizione, l’equilibrio di rappresentanza delle due componenti. Un bilanciamento che difficilmente potrà essere fissato a priori e che necessiterà di un confronto sicuramente approfondito
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