Pubblica amministrazione al centro del Congresso di Stato
La riforma della Pubblica amministrazione al centro del Congresso di Stato, soprattutto alla luce delle decisioni politiche del vertice di maggioranza. Seduta che si è aperta con la vicenda Tibet, portata all’attenzione del governo dai Capitani Reggenti. L’esecutivo ha confermato la posizione di intervento attivo presso gli organismi internazionali per sollecitare un’azione di pressione nei confronti della Cina per la ripresa di un dialogo che superi la crisi. In linea con l’ordine del giorno approvato all’unanimità dalla commissione consiliare Affari Esteri. Posizione che non ritiene opportuno alcun boicottaggio delle Olimpiadi o altre iniziative, preferendo puntare su interventi diplomatici che trovino il consenso del maggior numero di paesi. Per quanto riguarda la riforma Pa, la politica è decisa a superare gli attuali mansionari – ha detto il segretario agli Interni – che consentiranno di fare passi concreti nella riforma del settore. Infatti da oltre 600 mansionari si passerà a una cinquantina di profili di ruolo, che identificheranno la professionalità di ciascun dipendente, meno rigidi e più funzionali a ciascun ufficio. Profili legati ai titoli di studio e che consentiranno anche una migliore movimento dei lavoratori sulla base del merito. Passo successivo verificare ufficio per ufficio il fabbisogno di personale – dopodiché si passerà agli inquadramenti e alle assegnazioni. Il Congresso ha poi approvato lo Sportello Unico per Imprese e Utenti. Non solo luogo fisico, ma anche telematico di gestione delle pratiche. Per istruire un fascicolo – ha ricordato Valeria Ciavatta – spesso sono richiesti certificati che l’amministrazione ha già. Dunque minor burocrazia anche grazie all’utilizzo a pieno regime del protocollo informatico e della firma digitale. Il segretario al Lavoro ha poi discusso con i colleghi di governo degli argomenti al centro dell’incontro tripartito del 2 aprile con sindacati e categorie economiche sugli strumenti di protezione sociale, assegni famigliari, politica dei redditi e frontalieri. L’obiettivo è regolamentare a livello legislativo questi sistemi di protezione, mentre attualmente lo sono a livello contrattuale.
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