GIUSTIZIA

Ragionevole durata del processo: pdl in aula a settembre

Verrà introdotta anche l'equa riparazione. Tra gli obiettivi la riduzione dei ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

Il Segretario di Stato alla Giustizia Stefano Canti l'ha indicato tra le prime priorità del suo mandato e intende portare all'attenzione del Consiglio il pdl in prima lettura sulla durata ragionevole del processo ed equa riparazione nella sessione di settembre. Con l'obiettivo di velocizzare i processi il pdl introduce la possibilità di inoltrare un'istanza di accelerazione. Nei processi penali ne avranno facoltà l'imputato e la parte civile; in quelli amministrativi il ricorrente e il controinteressato; nei processi civili spetterà alle parti e il giudice adotterà ogni provvedimento necessario all'accelerazione del processo, anche in deroga alle ordinarie cadenze temporali.

In ogni caso il Magistrato Dirigente dovrà esserne tempestivamente informato e potrà provvedere all'effettiva accelerazione. Il pdl fisserà anche le ragionevoli durate dei singoli gradi dei procedimenti e qualora vengano superate, si potrà chiedere una equa riparazione, e cioè un indennizzo, ma a condizione che precedentemente sia stata presentata l'istanza di accelerazione. Il pdl era già stato avviato all'iter consiliare dalla precedente maggioranza ed approvato anche in commissione referente ma è decaduto per via della chiusura anticipata della legislatura ed ora si dovrà ripetere la procedura preliminare necessaria all'approvane definitiva. Alla base del pdl la volontà di ridurre i ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per l'eccessiva durata dei procedimenti.

Si attende intanto, dal luglio dell'anno scorso, la decisione della 'Grand Chambre' di Strasburgo, sul ricorso presentato dal Governo dopo che la Cedu, nell'ottobre 2022, aveva dato ragione a tre ricorrenti, difesi dall'avvocato Rossano Fabbri (diventato nel frattempo Segretario di Stato all'Industria) riconoscendo un indennizzo di 15mila euro, poiché le loro denunce a San Marino erano finite nel nulla, con l'archiviazione per prescrizione, a causa dell'inerzia del giudice inquirente.

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