Referendum: Capicchioni, Belluzzi e Mussoni consigliano “4 No per dare una chance di crescita al Paese"

A campagna referendaria ormai agli sgoccioli, il Governo affila le armi e intensifica gli sforzi per trasmettere ai cittadini le ragioni di una scelta. Ed è sempre quello sulla variante di Rovereta, il quesito che preme loro di più. Il segretario alle Finanze accusa il comitato promotore di mistificazioni. Sulla convenzione – dice - danno informazioni che non corrispondono al vero. Nessuna agevolazione ad hoc al Gruppo Borletti-Dea – rimarca – ma solo in base alla legge vigente. Concessi imposta di registro e credito agevolato, non contributi a fondo perduto e nemmeno aliquote di favore della monofase, né ora né in futuro”. Per Capicchioni al bando gli indugi: “San Marino – afferma - ha perso più del 30% del Pil negli ultimi anni, per questo bisogna rimettere in moto gli investimenti”. “No all'autarchia. Rifiutare un simile progetto – aggiunge il segretario al Lavoro Belluzzi – significa voltare le spalle ad una apertura verso l'esterno di cui abbiamo estremo bisogno”. “Credo sia da pazzi che un Paese con il 10% di disoccupazione e in un momento di tenue ripresa dell'economia – incalza il segretario Mussoni – respinga un'opportunità del genere. Se passa il Sì, San Marino va verso l'impoverimento. Porre 4 No significa, al contrario, dare un segnale di speranza”. Sugli altri quesiti, l'osservazione è unanime: compromettono le regole della democrazia. Il tetto stipendi – sottolineano - preclude l'ingresso di professionisti in settori strategici, dal bancario al sanitario; con la preferenza unica anziché stimolare la presenza di giovani e donne in politica, si va nella direzione opposta; mentre il quorum va mantenuto – sostengono - perché pochi non possono decidere per un intero Paese. “In un anno – ricorda Mussoni – abbiamo speso 1 milione in referendum, tutti inutili e recessivi. La politica non si fa con questo strumento, non dobbiamo cadere nell'errore di vanificare l'equilibrio dei ruoli istituzionali”.
Nel video l'intervista a Giancarlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze.

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