I comitati referendari hanno esposto davanti al Collegio dei Garanti le loro ragioni sull’ammissibilità dei due quesiti referendari che chiedono di abrogare il secondo pilastro complementare e la legge sul lavoro. Il primo è stato esposto da Augusto Gasperoni, riguardante la legge n. 158 del 2005. 'Norma che presenta punti di criticità - ha detto il comitato – soprattutto il paradosso dell’obbligatorietà del fondo con una gestione privata. Ci sono i rischi connessi agli investimenti finanziari e non è in grado di garantire il futuro previdenziale alle nuove generazioni'. A Marino Zanotti il compito di spiegare i motivi che hanno portato il comitato promotore a chiedere l’abrogazione della legge n. 131 del 2005 per la promozione il sostegno e lo sviluppo dell’occupazione e formazione. Una legge dove la precarietà viene chiamata flessibilità, carente sugli ammortizzatori sociali. Con il risultato di indebolire sempre più il sindacato. Davanti ai saggi l’avvocato Antonio Masiello ha spiegato le ragioni per le quali i due quesiti sono sia ricevibili che ammissibili. Ma l’ ultima parola spetta ora al Collegio dei Garanti che – per legge – ha 20 giorni di tempo per decidere sull’ammissibilità dei referendum abrogativi, anche se per una decisione in questo senso potrebbe essere questione di ore.
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