Dopo le sentenze del Collegio dei garanti del 28 settembre e del 15 novembre scorsi, i Capitani Reggenti il 28 dicembre hanno fissato la data di svolgimento dei due referendum, quello che chiede ai cittadini di pronunciarsi sull’entrare a far parte dell’Unione Europea e quello che chiede di abrogare la legge 5 maggio 2010 n. 82, sulla inalienabilità dei terreni di proprietà pubblica e disciplina delle permute. L’ultima modifica approvata dal Consiglio Grande e Generale infatti, ha eliminato lo sbarramento dei 40 voti per alienare terreni dello Stato. Si voterà quindi domenica 27 marzo, una data che potrebbe anche far storcere il naso a qualcuno, considerando che venerdì 25 marzo è festivo e che tanti potrebbero approfittarne per trascorrere tre giorni del fine settimana fuori. Ma i due comitati promotori preferiscono evitare polemiche di ogni tipo. “Siamo molto soddisfatti che finalmente sia stata fissata una data”, si limita a dire Patrizia Busignani, del comitato referendum per l’Europa, e che sta preparando una serie di incontri con le forze politiche. Raniero Forcellini, presidente dell’associazione micologica, si sofferma di più sulla difficoltà primaria del referendum, “vale a dire il quorum – puntualizza – è molto difficile da raggiungere, poiché è molto alto. Personalmente – conclude – mi sarei aspettato che il governo intervenisse con una legge per evitare il referendum, così non è stato, dunque prepariamoci alla campagna elettorale”.
Francesca Biliotti
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