Referendum legge elettorale: perché votare "No", non si diano "deleghe in bianco" ai partiti
Per il secondo quesito relativo all'aggiornamento della Carta costituzionale la maggioranza invita invece a votare "sì"
Non si diano “deleghe in bianco” ai partiti dopo le elezioni. Il comitato per il “no” si appella ai cittadini per la partecipazione ai referendum – per la prima volta senza quorum - e per difendere l'attuale meccanismo in materia di elezioni, pur riconoscendo imperfezioni da risolvere nel futuro.
Per il comitato si deve evitare che, dopo le politiche, i partiti si incontrino per decidere, in pochi, quali alleanze fare. Con la legge di oggi, invece, spiegano, gli elettori sono a conoscenza delle alleanze già prima del voto. “Questo non è un referendum sul Governo”, sottolineano, ma sul rapporto “tra cittadini e partiti”.
Anche Ssd fa il punto a poche ore dal giorno di silenzio. Per il partito il rischio è di tornare alla “politica dei dinosauri”. Sinistra Socialista Democratica invita invece a votare “sì” all'introduzione nella Carta costituzionale del divieto di discriminazione per genere e orientamento sessuale.
“No” alla modifica alla legge elettorale e “sì” al quesito sui diritti civili anche per le altre due forze politiche di Adesso.sm. Per Repubblica Futura si sposterebbe la centralità dal cittadino agli accordi della politica per la “spartizione del potere”. Per Civico10 nessuno farebbe più coalizioni prima del primo turno e gli elettori non avrebbero più possibilità di esprimersi in merito.
Nel servizio, l'intervista a Vladimiro Selva, rappresentante del comitato "No ai ballottini"