Dopo avere raccolto oltre 700 firme, il comitato può cominciare la campagna di avvicinamento alla data del referendum ancora da definire. L'unica cosa certa è che sarà una domenica, probabilmente a febbraio 2011. Dopo il sì del Collegio dei Garanti, la palla passa ai Capitani Reggenti che a breve dovranno emanare il decreto per fissare la data. I sammarinesi non dovranno solo esprimersi sull'Unione Europea, ma anche sul quesito proposto dall'Associazione Micologica per reintrodurre l'obbligo di maggioranza qualificata, i due terzi del Consiglio, per l'alienazione dei terreni di proprietà pubblica. In entrambi i casi occorrerà raggiungere il quorum del 32% degli elettori, meta mancata, a San Marino, solo in una delle ultime cinque tornate referendarie. Nel 97, per il quesito sulla vendita di immobili consentita esclusivamente nelle forme di società con azioni o quote nominative, si recò alle urne circa il 46% degli elettori, e vinse il sì. Nel ‘99 per l'abrogazione della legge sulla cittadinanza si espresse, con la vittoria del no, oltre il 56% del corpo elettorale. La percentuale scese al 35% nel 2003 quando i sammarinesi furono chiamati ad esprimersi sulla preferenza unica. Anche in questo caso la spuntò il no. Niente quorum, invece, nel 2005 sulla modifica delle norme referendarie, mentre nell'ultima occasione, il 16 marzo 2008, per l'abrogazione dei cocopro e del lavoro interinale e sulla reintroduzione della scala mobile e sull'introduzione della preferenza unica, si recarono alle urne oltre il 35% degli elettori facendo vincere il no.
Sonia Tura
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