Reggenza di garanzia: presenti solo in 4

La Reggenza di garanzia resta, per il momento, sulla carta. Alla riunione, organizzata da Marco Podeschi dell'Upr, c'erano solo Andrea Zafferani per Civico 10, Simone Celli per Sinistra Unita LabDem e Mario Venturini per Alleanza Popolare. “E’ evidente la scelta di alcuni gruppi e dei consiglieri indipendenti di non partecipare all’incontro – afferma Marco Podeschi. Scelta legittima e comprensibile leggendo le dichiarazioni di qualche forza politica. Però, su un tema del genere – aggiunge – si deve fare ogni sforzo possibile anche uscendo dai consueti schemi. Podeschi ricorda che è già stato fatto su vicende meno importanti rispetto alla Reggenza: dalla nomina del Presidente di Banca Centrale a quella del comandante della Gendarmeria. Forse, rimarca il capogruppo dell'Upr, il problema è chi attiva i confronti. Se posso capire che questo atteggiamento arrivi dall’ex maggioranza, afferma, è invece contraddittorio se arriva da gruppi che fanno ancora parte dell’opposizione. “Non si può invocare il dialogo e il confronto e poi affidare le proprie posizioni ai soli comunicati stampa, conclude Podeschi con un riferimento indiretto ma chiaro a Rete. Spero che quanto ho avuto modo di leggere non sia solo una posizione pre-elettorale che serve poco al Paese”. A poche ore dall'incontro Rete e Md-Smi, avevano anticipato la loro assenza. Ricordando di aver sempre sostenuto la necessità di una Reggenza di Garanzia, rimarcano che deve diventare un elemento costante di controllo sui governi e non un’opportunità estemporanea in ordinaria amministrazione. Il fatto che questa particolare occasione possa servire ad inaugurare una prassi, sottolinea la nota, sarebbe utile anche a fugare ogni dubbio rispetto a boutade utili solo per richiamare a qualche piano di alleanze future. Questa è una fase di ordinaria amministrazione in cui non esiste più un governo, gli equilibri tra maggioranza e minoranza sono scomparsi e si assiste a intese trasversali tra partiti di opposizione e di maggioranza. A maggior ragione, conclude la nota, la soluzione più opportuna sarebbe una nomina esterna al Consiglio. Adesso gli occhi della politica guardano al Psd che, questa sera, tornerà a riunire la Direzione. Bisogna gestire il dopo Lazzarini e scegliere se completare la segreteria o affidarsi ad un triumvirato, ma soprattutto il Psd deve decidere in quale coalizione stare e se starci tutto.

Sonia Tura

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