Reggenza: il Messaggio del Nunzio Apostolico

Reggenza: il Messaggio del Nunzio Apostolico.
Le solenni celebrazioni per il rinnovo della Suprema Autorità della Serenissima Repubblica di San Marino sono un’occasione propizia e sempre gradita per il Corpo Diplomatico e per il suo Decano per porgere, a nome dei Capi di Stato e di Governo e dei popoli che rappresentiamo, il nostro deferente omaggio ed i nostri fervidi voti augurali ai nuovi Capitani Reggenti, la Signora Rosa Zafferani ed il Signor Federico Pedini Amati per il successo della loro alta missione al servizio di tutti i cittadini sammarinesi per il prossimo semestre.
Il numero elevato di agenti diplomatici accreditati presso la Repubblica parla da solo dell’importanza che San Marino riveste nel concerto delle nazioni. In pari tempo, rappresenta assai compiutamente, se così mi posso esprimere, tutti i popoli del mondo e, con essi, i loro problemi e le loro angosce, che riguardano la pace, la sicurezza e lo sviluppo.
Con il nostro lavoro, ci proponiamo di essere la testimonianza tangibile ed operosa che, nelle diverse situazioni della vita internazionale, il dialogo può avere la meglio sulla violenza, che la pace e la solidarietà possono prevalere sulle divergenze e l’individualismo e sono capaci di interpretare le aspirazioni più profonde dell’animo umano e promuovere dei valori comuni per creare una società migliore, fondata sui principi della giustizia e dell’equità.
La nostra missione sembra tanto più attuale ora poiché i processi di mutamento e di trasformazione degli assetti del pianeta sembrano aver subito un’accelerazione inedita, sotto la spinta di fattori, che portano verso la ridefinizione degli assetti politici e sociali in cui concetti come quelli di diritti umani e di sviluppo assumono una valenza particolare.
D’altro canto, nonostante la tecnologia abbia fatto del mondo un villaggio, l’omogeneità culturale, morale e religiosa delle nostre società si è via via frammentata e in esse convivono e si contrappongono ormai visioni diverse dell’uomo e della storia, che portano persino alla perdita del senso dell’interesse generale.
La solenne celebrazione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nella quale la dignità e il valore della persona umana sono stati espressamente riconosciuti come pietre miliari di tutti i diritti, si presenta come un’occasione propizia per confermare l’attualità di quel documento, considerato uno dei più grandi titoli di gloria delle Nazioni Unite (Paolo VI) e che uno dei suoi padri, il prof. René Cassin, definì il primo documento di ordine etico, che l’umanità organizzata abbia mai adottato (1968).
Infatti, il progresso raggiunto negli ultimi decenni nell’articolare i diritti umani e nel migliorare la loro applicazione è dovuto alla saggezza ed alla chiaroveggenza dei principi ivi enunciati, che evitando un approccio meramente collettivistico o individualistico della questione, stabiliscono diritti e doveri - e quindi una gamma di connessioni tra individuo, comunità e società - radicandoli proprio in ciò che è “umano”, quale vincolo comune fra ogni singola persona. D’altronde, la libertà non è un bene assoluto, bensì un bene condiviso, la cui responsabilità incombe su tutti e l’ordine ed il diritto ne sono elementi di garanzia.
Civili, politici, economici, sociali e culturali che siano, i diritti richiedono l’impegno di tutti per la loro effettiva realizzazione, attraverso la quale si esprime la posizione concreta di ogni uomo in seno alla comunità in cui vive. Tale realizzazione, nella sua dimensione sociale e politica, porta con sé, tra l’altro, la responsabilità concertata di eliminare quelle strutture distruttive che considerano opzioni accettabili la guerra, la corsa agli armamenti, il profitto sfrenato e il commercio scorretto, perché esse minano la tutela universale dei diritti dell’uomo e colpiscono la pace e l’intesa tra i popoli nella loro radice profonda.
Nella cornice dell’anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, il Corpo Diplomatico, che segue con attento interesse la vita della Repubblica, ha rilevato con piacere la firma della Convenzione del Consiglio d’Europa per la tutela dei bambini dallo sfruttamento e dagli abusi sessuali come pure la “co-sponsorship” della Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, approvata lo scorso dicembre, circa la “Moratoria sull’uso della pena di morte”.
Né possono essere dimenticate, sul versante della politica interna, la prima proposta di legge per combattere la violenza contro le donne e quella circa la modifica al Codice Penale con l’introduzione del reato di discriminazione in materia di razza, etnia o religione.
San Marino, inoltre, nonostante l’esiguità del suo territorio e della sua popolazione ha saputo rendersi presente nella misura delle sue possibilità nel vasto campo del diritto allo sviluppo e della lotta alla povertà, ponendo l’accento, nei suoi interventi presso gli organismi specializzati e nella realizzazione dei suoi programmi, sul rispetto e la promozione dei diritti dei più poveri, in materia di istruzione, sanità, approvvigionamento idrico e di partecipazione democratica. Inoltre, in nome di quella tradizione umanitaria, che la ha contraddistinta nella sua storia millenaria, la Repubblica è intervenuta tempestivamente laddove le conseguenze della guerra o le catastrofi naturali hanno colpito inermi popolazioni ai quattro angoli del pianeta.
Eccellentissimi Capitani Reggenti, Signor Segretario di Stato per gli Affari Esteri Signori Ambasciatori e membri del Corpo Diplomatico e Consolare, Signore e Signori, i brevi accenni ad alcuni aspetti salienti delle attività della Serenissima Repubblica di San Marino nei suoi rapporti con la comunità internazionale, che ho avuto l’onore di ricordare, costituiscono un ulteriore motivo per rinnovare il sincero e cordiale auspicio del Corpo Diplomatico qui accreditato per un brillante successo della missione che gli Ecc.mi Capitani Reggenti si apprestano a compiere durante il prossimo semestre al servizio del popolo sammarinese nell’affermazione di quei profondi valori etici e civili, che sono alla base della sua stessa organizzazione.

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